Simone Fontecchio parla con Simone Sandri de La Gazzetta dello Sport della sua annata da rookie NBA con la maglia degli Utah Jazz.
“È stata una stagione bella tosta, sapevo che non sarebbe stata facile, ho passato momenti difficili. Ci sta, poi ho avuto anche un po’ di sfortuna con il Covid e un paio di infortuni proprio quando avevo iniziato a prendere fiducia. Sono contento del lavoro fatto con lo staff tecnico, che è straordinario. Nella Nba devi cercare di sfruttare le occasioni e da febbraio sto giocando con continuità. So di avere i miei minuti e questo aiuta la fiducia e l’autostima…
Le difficoltà.
“Senz’altro il calendario che è estenuante. Ovviamente qui si gioca tantissimo, nella prima parte della stagione abbiamo fatto ben 13 “back to back”, cioè una partita un giorno dopo l’altro. Credetemi, si sentono. Il ritmo in campo è altissimo, devi avere una condizione fisica elevata. Naturalmente c’è un atletismo pazzesco, ma questo lo sapevo. Anche a livello mentale non è semplice, devi rimanere sempre sul pezzo quando le cose non vanno bene. Ci si allena poco per cui se esci dalle rotazioni poi è complicato dimostrare di meritare minuti, ma nei momenti difficili è bene ricordare di essere in un campionato stellare, di far parte dei 400 giocatori più forti al mondo e di essere uno di pochi italiani ad aver calcato i parquet della Nba”.
I risultati migliori del previsto.
“Il merito va allo staff tecnico e a coach Hardy. Ha creato un ambiente fantastico, togliendo tanta pressione e permettendo la crescita dei più giovani. Questo è un gruppo interessante che può permettere alla dirigenza di
guardare con fiducia al futuro. C’è gente come Kessler che per me, con tutto il rispetto per gli altri, merita di essere un candidato al premio di rookie dell’anno. Poi Agbaji che è cresciuto tantissimo ed è diventato uno dei migliori difensori del campionato. In più il club ha tanti asset, per cui il futuro certamente è roseo”.
Un primo bilancio della sua esperienza.
“Nel mio anno da rookie volevo riuscire a dimostrare di poter appartenere a questo mondo e credo di esserci riuscito, adesso devo lavorare sulla costanza. Il club ha mostrato di avere fiducia in me e questo è molto gratificante, c’è stato un periodo nel quale ho tirato male, ma io ho cercato di non perdere il focus anche se non è stato semplice. Penso di essere migliorato molto anche a livello difensivo, quando sei un rookie gli avversari spesso cercano di attaccarti ma vedo che ora lo fanno sempre meno e questo per me ha un grande significato. Devo però migliorare al rimbalzo, posso sicuramente fare meglio”
Paolo Banchero vestirà l’azzurro?
“Credo che coach Pozzecco e la stessa Federazione abbiano fatto tutto quello che c’era da fare per convincerlo, adesso sta solo a lui, vedremo che cosa deciderà…”.
Dopo una prima parte di stagione in cui ha faticato a ritagliarsi un ruolo fisso in rotazione, Fontecchio è riuscito ad emergere segnando 9.5 punti in 21 minuti a partita dalla pausa per l’All Star Game.
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