La Ristopro si appresta a disputare la prima partita ufficiale della stagione 2021/22, con l’esordio in Supercoppa sabato alle 20.45 al PalaTriccoli di Jesi contro Chieti. Dopo 13 anni di assenza, la città di Fabriano è tornata nella seconda categoria nazionale e ne abbiamo parlato con l’artefice della scalata della Janus, il Presidente Mario Di Salvo.
Presidente Mario Di Salvo, il viaggio in A2 sta per iniziare: ora sta realizzando cosa ha costruito, partendo da zero, in 13 stagioni?
«Alla sirena finale di gara-5 contro Cividale, effettivamente, non avevo ancora metabolizzato quanto fatto. Ero devastato e provato dalle emozioni e dall’adrenalina della partita. Nelle ore seguenti, quando ha preso il via la grande festa in piazza, ho capito che era accaduto qualcosa di immenso e di indescrivibile. Mi commuovo rileggendo gli articoli di quella sera, mi commuovo adesso che ne sto parlando. Il segreto sta nell’umiltà con cui abbiamo affrontato i successi e le difficoltà, e l’unione di intenti avuta dal primo giorno in cui è iniziato questo progetto. I rapporti che si sono creati e sono maturati hanno fatto sì che oggi Fabriano sia tornata dove tutti sognavamo».
Qual è il momento che ricorda con più affetto di tutta la scorsa stagione?
«La gioia della città, i caroselli, la festa in piazza, la gente ad accoglierci come eroi in quella magnifica notte del 23 giugno. Avrei sognato la promozione con un palas pieno, senza questa maledetta pandemia che condiziona la quotidianità e le nostre domeniche insieme. Ma abbiamo vissuto comunque una finale con forti emozioni e sono state trasmesse anche ai nostri tifosi».
Ora la Serie A2, con una squadra rinnovata: quali prospettive porsi a poche settimane dal via del campionato?
«Ho un auspicio più che una prospettiva: che i ragazzi diventino un gruppo. Non nego che l’anno di cui conservo i ricordi più affettuosi rimane quello della vittoria della Serie C: si trattava di ragazzi a cui nessuno dava fiducia, perché non avevano ancora vinto in carriera o non avevano dimostrato a pieno le qualità. Invece, con la sola forza del gruppo, sono andati oltre ogni limite. Se i ragazzi nuovi arrivati lotteranno insieme su ogni pallone, come gruppo e non come individualità, ci divertiremo, perché hanno anche grandi qualità».
Ci sono stati cambiamenti nel roster, ma il punto fermo è in panchina. Il contratto con coach Pansa è stato prolungato e, guardando alla crescita globale della Janus, a che punto siete del progetto nato con lui due anni e mezzo fa?
«Abbiamo già raggiunto quanto ci eravamo prefissati prima del suo arrivo. Ci siamo conosciuti e abbiamo visto in lui una persona valida e preparata per continuare a crescere e a migliorarci anche in una categoria superiore. Affronteremo quest’annata consapevoli di aver allestito un’ottima squadra, nelle scelte abbiamo puntato molto sull’aspetto motivazionale dei nostri ragazzi».
Il ritorno in A2 per Fabriano dopo 13 anni non avviene al PalaGuerrieri: quale messaggio vuole lanciare ai tifosi in vista di una stagione da vivere lontano dalla propria casa?
«Non credo che servano messaggi per il nostro pubblico. La Serie A2 l’abbiamo sognata, inseguita e conquistata insieme. Chi quella sera era in piazza a festeggiare sarà in tribuna a viverla con noi!».
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