Spissu 6 = a differenza del match contro la Georgia non trova – e non cerca – continuità dall’arco, con il suo apporto in campo che si limita ad essere metronomo ordinato.
Mannion 7 = più protagonista in attacco del compagno di reparto, non esita a puntare il ferro con decisione contro una difesa estone che non tiene il suo primo passo. Il rendimento offensivo lo porta anche a essere coraggioso in difesa negli 1-contro-1
Biligha sv = gioca poco ma fa il suo lavoro alla grande regalandosi anche due punti nel finale.
Tonut 6 = gioca di sponda ma con un contributo che non si distingue. Dovrà essere molto importante contro la Grecia.
Melli 9 = un totem sui due lati del campo, coinvolgendosi decisamente di più in attacco rispetto alla scorsa estate azzurra (o a larghi tratti della stagione contro Milano). Dietro, quando la palla passa da lui, sporca ogni possesso e i suoi tagliafuori a rimbalzo permettono agli azzurri di stravincere la contesa delle carambole. Nel secondo tempo dilaga offensivamente.
Fontecchio 9 = parlano le immagini, arrivati a questo punto. Ti viene di sperare in un percorso “lungo” perché così lo vedresti premiato nel quintetto ideale del torneo. Perché oggi vale quel livello. Una fiducia nei suoi mezzi senza senso, quando alza la mano sai che andrà dentro.
Tessitori = entra nei secondi finali assieme a Baldasso.
Ricci 7 = fa – molto bene – ciò che lo staff tecnico gli chiede: tanta lotta sotto i tabelloni. 4 rimbalzi offensivi stanno a testimoniarlo.
Baldasso = entra nei secondi finali assieme a Tessitori.
Polonara 8 = l’agosto difficile sembra essere decisamente alle spalle. Gioca la migliore partita della sua estate azzurra, e non solo perché più coinvolto: intenso, deciso sui due lati del campo. Il miglior modo per arrivare all’esame Grecia.
Pajola sv = ritrova il campo dopo il ne contro la Georgia a Brescia. Domani servirà anche il suo apporto
Datome 7.5 = la pulizia nei movimenti offensivi supera qualche rotazione lenta in difesa, incide quando chiamato in causa ed è da applausi per spirito di abnegazione, lavorando da gregario quando gli istinti – nei momenti migliori – sono quelli da opzione offensiva primaria o al massimo secondaria.
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