Ettore Messina: Quando parlavo dell’arrivo della NBA in Europa, molti ridevano

Ettore Messina: Quando parlavo dell’arrivo della NBA in Europa, molti ridevano

Nella lunga intervista concessa a Basketball Sphere e Mozzart, Ettore Messina è andato anche sui temi caldi della pallacanestro europea

Nella lunga intervista concessa a Basketball Sphere e Mozzart, Ettore Messina è andato anche sui temi caldi della pallacanestro europea. Ecco altri passaggi.

Sul nuovo “salary cap” dell’Eurolega

“Sono molto interessato a vedere come verrà applicato, perché la cosa più importante di qualsiasi regola è la sua implementazione. In NBA, anche il più piccolo errore viene rilevato e sanzionato. In Europa, invece, parliamo di paesi diversi, con sistemi fiscali e contesti differenti. Sono un po’ scettico, anche se è importante creare qualcosa di sostenibile. Capisco perfettamente lo scopo e l’obiettivo, ma non so quanto sia facile da applicare.”

Sull’ingresso della NBA in Europa

“Non volevo sminuire il ruolo dell’Eurolega. Un tempo eravamo su una strada importante, avevamo l’alternativa di sviluppare giocatori. Ora non è più possibile, perché il livello della competizione è altissimo e l’Eurolega è ormai un campionato per veterani. È quasi impossibile portare un giocatore dagli Stati Uniti. Ci sono molte questioni da considerare. Al momento, gli stipendi sono aumentati drasticamente ed è sempre più difficile trovare un equilibrio finanziario, indipendentemente dalle regole in vigore.”

Sull’eventuale miglioramento della pallacanestro europea da parte della NBA

“Non ho abbastanza conoscenze per dire cosa potrebbe fare la NBA per migliorare la situazione in Europa. Sono felice che ci sia una migliore comunicazione tra FIBA, Eurolega e NBA. Quando parlavo dell’arrivo della NBA in Europa, molti ridevano.”

Sulle difficoltà di trovare una visione unitaria per il futuro dell’Eurolega

“È interessante notare come tutti abbiano il diritto di parlare (sugli organi di stampa, ndr). Questi sono temi delicati che dovrebbero essere discussi nel board dei proprietari dei 13 club con licenza A. Preferisco non prendere una posizione pubblica su questioni che dovrebbero essere discusse insieme. Purtroppo, negli ultimi due o tre anni l’Eurolega ha cambiato più volte la sua dirigenza. Probabilmente è positivo che si parli di tante cose, ma a volte è difficile capire in che direzione si stia andando. La cosa più importante è raggiungere decisioni attraverso l’unità. Finché avremo molte opinioni diverse, non dirò nulla di concreto. L’unica cosa che posso dire è che siamo ancora in un momento in cui ogni club ha la propria visione del futuro. Spero che presto si arrivi a un punto in cui prevarrà un obiettivo comune. Ovviamente, con il massimo rispetto per tutti i club.”

Sul confronto tra il modello decisionale NBA e quello dell’Eurolega

“Vedete la stessa cosa in NBA? I proprietari e i dirigenti parlano apertamente di cosa si dovrebbe fare e quale sia il futuro? Assoluto silenzio. E quando viene presa una decisione, allora viene resa pubblica. In Europa è diverso. Se mi metto nei panni di un tifoso, non dico che l’espansione, il salary cap o altre misure non siano buone idee, ma credo che i club dovrebbero esprimersi con una posizione unitaria. Altrimenti, il futuro non sarà facile.”