Ettore Messina è stato ospite martedì sera negli studi di Sky Sport durante Milan-Chelsea. Ovviamente nei panni di allenatore di Olimpia Milano, ma anche di grande tifoso del Milan e appassionato di calcio. Riportiamo due commenti.
Si parte dalle parole di Fabio Capello, che invoca il ritiro per la Juventus dopo la sconfitta in Champions League con il Maccabi Haifa. Questa l’opinione di Messina: «Da noi non si usa. Già da anni, quando si gioca una partita, la sera prima i ragazzi dormono a casa, la mattina facciamo una seduta di tiro e di tattica e poi vanno a casa e tornano per la partita. Però capisco quello che ha detto Fabio. Il fatto di dire, almeno per un momento, anzichè fare la solita cosa, “arrivo, ritiro il bagaglio e vado a casa, poi ci vediamo domani”, è un momento per dire “aspetta, ci fermiamo un giorno, almeno ci guardiamo in faccia, togliamo i telefonini e ci diciamo in faccia quello che ci dobbiamo dire”».
Un richiamo anche alle responsabilità individuali, non solo collettive: «Con questa storia che “si perde tutti in gruppo” c’è anche il rischio che poi diventi una bella nebbia dove non è più chiaro dove siano le responsabilità. Anche quando ci sono dei disastri, chi ha fatto bene lo devi salvare. Non è che abbiamo sempre fatto tutti bene e tutti male. Quindi, anche forse attraverso un ritiro, si possono mettere i punti sulle i, per dire ad uno che non va bene, e all’altro “vai avanti così che puoi darci una mano”».
Poi si entra nella questione del fallo da rigore, e rosso, al difensore del Milan Tomori: «Nella pallacanestro abbiamo il grande dibattito sul fallo antisportivo. La cosa che accomuna i due sport è che non è facile per un arbitro, se non ha un background da giocatore. Non puoi arbitrare solo con il manuale delle regole, perchè le situazioni non sono tutte quante uguali».
Quindi, l’analisi sulla questione dell’antisportivo: «Noi ci stiamo dibattendo su questa questione dei falli antisportivi nei finali di gara. E’ ovvio che la squadra che è indietro faccia fallo per cercare di fermare il cronometro e provare a riequilibrare la partita. E’ paradossalmente nello spirito del gioco fare questo. Però, se la regola viene applicata in maniera diversa, non va in questa direzione».
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