Ettore Messina: I ritmi sono troppo alti e, quando arriva una pausa, i giocatori non si fermano mai

Ettore Messina: I ritmi sono troppo alti e, quando arriva una pausa, i giocatori non si fermano mai

Nella chiacchierata con Gianluca Basile, Ettore Messina ha affrontato anche il tema del basket moderno

Nella chiacchierata con Gianluca Basile, Ettore Messina ha affrontato anche il tema del basket moderno.

«Una volta, Gianluca, giocavate 30 minuti a partita anche con l’Eurolega. Oggi, invece, i giocatori non riescono a reggere quei ritmi. Perché il gioco è più fisico. Perché si giocano tra le 80 e le 90 partite all’anno. Perché i viaggi sono estenuanti. Perché la competizione è molto più dura. La realtà è che il livello è salito enormemente e gli infortuni lo dimostrano: ormai tutti si fanno male. Non esiste una squadra senza almeno uno o due infortuni seri. I ritmi sono troppo alti e, quando arriva una pausa, i giocatori non si fermano mai: o continuano con l’Eurolega o vanno in Nazionale. Alla fine, nessuno è contento: né le federazioni, né i club, né l’Eurolega stessa».

«E quale sarebbe la soluzione? Se Eurolega, NBA e FIBA non si siedono allo stesso tavolo per trovare un accordo, non ne usciremo mai. Continueremo a litigare e a perdere risorse. Il problema è che, al di fuori degli addetti ai lavori, nessuno si rende conto che rischiamo di perdere tanti giovani talenti. Sempre più ragazzi scelgono di andare a studiare e giocare nei college americani, attratti dalle opportunità economiche».

«Qui nel nostro settore giovanile abbiamo già quattro o cinque giocatori contattati da università americane. Uno di loro mi ha chiesto un consiglio e gli ho detto: ‘Devi andare. È l’esperienza di vita più bella che puoi fare. Io stesso ho un figlio che studia in America e lo invidio profondamente».