Così Ettore Messina ha commentato dalla sala stampa della Lanxess Arena: “Sono molto contento ed orgoglioso dei miei giocatori. Hanno fatto una partita seria, una stagione incredibile di Eurolega, con 25 vittorie. Anche oggi una partita solida. Sono davvero molto contento di come ci siamo comportanti nella Final Four: un po’ sfortunati nella prima partita, ora pensiamo al campionato”.
Importante per eliminare le scorie? “Sicuramente sì. Per questo è stata una giornata importante, ci ha permesso di tirare fuori tossine, rabbia frustrazioni e concentrarci sul gioco. Per questo è stato importante. Poi è meglio finire terzi che quarti. Tra tre giorni, poi siamo in campo per una partita importantissima ed abbiamo fatto un passo importante verso i playoff italiani. Importante Moraschini si sia fatto trovare pronto, abbiamo diviso i minuti da tutti”.
Quali certezze verso i playoff? “Le nostre certezze ce le siamo costruite in 10 mesi di lavoro, di partite, vittorie e qualche sconfitta. Vlado ha fatto bellissime Final Four, Riccardo si è fatto trovare pronto. La cosa importante è aver accettato un turnover quasi calcistico. Non sarà per nulla facile vincere una partita a Venezia, altrimenti andremo a gara 5”.
Risposte in queste due gare? “Due partite molto concrete, di alto livello. Tutti quelli vanno in campo, un mattoncino lo mettono. Quella è la conferma, che la gente ha abbracciato un modo di stare insieme e provare a fare le cose nel miglior modo possibile, guardando alla squadra e poco all’individualità ed alle proprie statistiche”.
Come avete motivato i giocatori per questa partita? “Niente di speciale. Era una questione di orgoglio e di confermare, al resto d’Europa, che non eravamo qui per caso. Mi sono accorto subito che volevano giocare e vincere. Il loro senso di responsabilità ci ha guidato”.
Cosa ha lasciato a livello personale le Final Four? “Un grande senso di soddisfazione e fiducia, andando avanti. Siamo sulla buona strada, in campo e fuori. Ci sono i margini per fare passi avanti”.
Come riadattarsi davanti al pubblico? “Credo tecnicamente la comunicazione diventerà più complessa, rivedremo più segnali e meno chiamate a voce. L’esperienza quest’anno è stata duplice, la prima partita a San Pietroburgo abbiamo giocato un po’ scollegati. Poi, quando siamo andati a Mosca, eravamo più pronti. Ci vorrà del tempo per riabituarsi”.
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