Attilio Caja racconta ad Andrea Barocci, sul Corriere dello Sport, la sua vita prima del basket.
«Ho lavorato per un quadriennio in Comune a Pavia. Avevo 23 anni, ero un rilevatore tributario, un accertatore delle tasse insomma. Facevo accertamenti induttivi del reddito di alcune categorie. Allora il presidente del Consiglio Tributario era il professor Tremonti. Arrivavo in ufficio e mi dicevano, ad esempio: “Dobbiamo fare dei controlli su un medico. Io andavo in ospedale, parlavo con gli infermieri per sapere se aveva il suo studio privato. Telefonavo allo studio e chiedevo un appuntamento: se mi rispondevano di passare tra tre mesi, scrivevo nel mio rapporto che di lavoro questo medico ne aveva parecchio. Poi cercavo di scoprire quante segretarie aveva, in che tipo di appartamento viveva, perché era proprietario di una Ferrari e faceva le vacanze a Montecarlo… Una sorta di detective? Esatto. Infine i risultati dell’indagine li presentavo al consiglio tributario, che decideva se archiviarli o passarli alla Finanza».
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