Dopo sette anni, l’Olimpia è di nuovo ‘playoff-bound’ in Euroleague

Dopo sette anni, l’Olimpia è di nuovo ‘playoff-bound’ in Euroleague

Gli uomini di Messina hanno vinto ben 20 delle 32 sfide disputate nella competizione

Quando con pochi attimi rimasti sul cronometro del tempo supplementare, Malcolm Delaney – uno dei colpi del mercato estivo – incurante della mano di Scottie Wilbekin stampata sul volto, ha segnato da quattro metri il canestro della vittoria, l’Olimpia Milano ha vinto a Tel Aviv per la prima volta dopo 33 anni. Per la prima volta da quando era Campione d’Europa e in campo c’erano Mike D’Antoni, Dino Meneghin e Bob McAdoo. Da quel momento, l’Olimpia ha frantumato il record di società di partite vinte nella massima competizione europea (al momento sono 20), ha vinto 10 partite in trasferta, e raggiunto i playoff con due turni di anticipo.

L’Olimpia ha battuto il Real Madrid dopo 14 sconfitte di fila, ha vinto a Madrid per la prima volta nella storia nella massima competizione europea, ha battuto a casa sua il CSKA Mosca dopo 11 anni. A dicembre, quando la classifica era ancora molto incerta, è andata a Istanbul per due terribili trasferte contro le squadre locali. Prima ha battuto il Fenerbahce e poi l’Efes. Dopo quella sconfitta, il Fenerbahce ha vinto 11 partite di fila, l’Efes (la squadra che aveva dominato la stagione interrotta dal virus un anno fa) ne ha vinte nove.

Le vittorie sul Real Madrid sono state firmate da Sergio Rodriguez, il playmaker che a 34 anni ha stabilito il suo record di punti e valutazione in una gara battendo proprio la sua ex squadra nella partita di andata. Il Chacho, che a inizio carriera imitava Jason Williams, il fantasioso playmaker NBA che giocava a Sacramento e poi ha vinto il titolo a Miami, negli anni ha corretto il suo difetto originale trasformandolo nella sua arma migliore, il tiro da tre. E’ diventato infatti il quarto bomber di sempre nella storia dell’EuroLeague dopo essere diventato il terzo passatore. E nella partita della staffa a Belgrado ha giocato alla grande (otto assist) senza segnare, da grande playmaker.

Due anni fa Rodriguez ha guidato il CSKA alla vittoria europea. Al suo fianco c’era Kyle Hines, il centro di cui tutto sottolineano ovviamente la statura ma che disorienta gli avversari perché in difesa gioca sia rasoterra che in cielo (è il secondo stoppatore di sempre), e in attacco ha velocità, tira con angoli impossibili e spesso porta palla. Hines si è costruito una carriera in Europa da zero, cominciando da due anni a Veroli, nella A2 italiana. “Quando la NBA mi ha ignorato – racconta – ho rinnovato il passaporto ed è stata la mia fortuna: ho vissuto in posti incredibili, Atene, Mosca, Milano, e vinto tantissimo”. Ha vinto più di tutti gli americani in Europa, quattro titoli europei, due all’Olympiacos e due al CSKA Mosca. Nessun americano ha vinto più di lui o giocato più partite di EuroLeague nella sua carriera, oltre 300.

E’ stato lui uno dei grandi protagonista della storica vittoria di Mosca, la sua ex squadra che gli aveva fatto la festa all’ingresso in campo come a dicembre aveva fatto il Fenerbahce con Gigi Datome. Quell’impresa è stata possibile anche perché Kevin Punter ha segnato 32 punti, il suo record personale. Punter con Shavon Shields e Zach LeDay forma il triangolo di americani di 26-27 anni che nei giorni delle presentazioni la scorsa estate il general manager Christos Stavropoulos aveva presentato usando parole simili per tutti e tre. “Sono giocatori già abbastanza esperti, ma ancora giovani e in crescita”, aveva detto. “Siamo stati sottovalutati per anni, penso sia una questione di familiarità, si è sempre perplessi di fronte a ciò che non si conosce”, dice Punter, che è il top scorer della squadra che è prima nel tiro da tre, che perde meno palloni e ha due giocatori tra i primi cinque specialisti del tiro da fuori, Gigi Datome e Zach LeDay, mentre Shavon Shields sta cavalcando una striscia di 10 gare consecutive in doppia cifra.

Dal trionfo di Gand nel 1988, l’Olimpia ha giocato una Final Four (1992) e i quarti di finale dei playoff nel 1997 e nel 2014. Dopo sette anni, rientra tra le G8 del continente. Era l’obiettivo della stagione europea, ma è importante averlo conquistato in questo modo, con tante vittorie di prestigio e in fondo senza troppe apprensioni. Dopo la partita di Belgrado, Coach Ettore Messina ha radunato tutti in spogliatoio. “Dopo le due sconfitte avevano cominciato a dubitare di voi, la vostra risposta, di tutti, è qualcosa che deve rendervi orgogliosi”, ha detto parlando anche a quelli che non c’erano per infortunio o non hanno giocato.

Fonte: Olimpia Milano.