Sasha Djordjevic, coach della Virtus Bologna, ha rilasciato una lunghissima intervista a Walter Fuochi di La Repubblica.
Questo un estratto.
Si riparte da zero.
Inutile negarlo, in tutti noi è viva la consapevolezza di aver subito un colpo dal destino. Una botta di sfiga. Poi, pensando a quanto dolore abbia portato il virus, costi alle famiglie, perfino in vite umane, è chiaro che le nostre storie di sport vengono dopo, non dovremmo neppure parlarne. Però, detto questo, il nostro lavoro è competere e vincere, ed è stata dura lasciar lì una stagione in cui eravamo in testa, e non per caso, ma grazie a un gioco salito a un eccellente livello. Un punto al quale oggi non siamo. E allora si riparte da zero. Da avversarie che, passata l’estate, si sono adeguate, e anche da noi che stiamo cercando di migliorare. L’amarezza e lo shock sono troppo freschi, siamo la squadra che, in poco più di un anno con me ha giocato tre finali e lasciato a meta un campionato e una Eurocup in cui stava andando bene. E’ inevitabile che pesi.
Virtus 2020-2021.
Questa ha alzato il livello fisico, e sarà la chiave, fatte scelte in linea col basket che, anche prima di qui, ho sempre cercato di fare.
Josh Adams.
Adams, come tutti, oggi va ad up and down. Lui non è una pura guardia tiratrice, ma ci vedo potenzialità diverse, importanti e utili al nostro gioco. Una settimana fa ci ho parlato, con Milano non è partito bene. Basta così.
Dualismo con Messina.
Siamo due estremamente competitivi, è normale che mi piaccia misurarmi con lui, e con gli altri grandi o grandissimi allenatori come lui. Affronto tutti con umiltà e rispetto, senza rancori né paraculate.
Contratto in scadenza.
Il mio lavoro di sviluppo sui giocatori, e anche le mie visioni sul gruppo, non mutano di una virgola. Alla fine ognuno farà le sue scelte. Libera la società. E libero anch’io.
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