La Dinamo Banco di Sardegna è tornata in palestra per preparare il debutto casalingo in Basketball Champions League: domani, palla a due alle 20:30, a calcare il parquet del PalaSerradimigni sarà la formazione ucraina del Prometey.
A presentare il Game 3 di BCL l’assistant coach Giorgio Gerosa: “Prometey è l’ultima squadra ad aver staccato il biglietto per la regular season, hanno cambiato qualcosa rispetto all’inizio: hanno inserito un giocatore come Miro Bilan, che noi conosciamo bene, e DJ Kennedy, ala pericolosa uno contro uno. Possono contare su molte bocche di fuoco e hanno un talento diffuso soprattutto nel gruppo americano dove c’è un giocatore come D’Angelo Harrison, già visto a Brindisi, che è il go to guy della squadra, DJ Stephens, che è il quattro titolare, giocatore interno e ottimo realizzatore da fuori che però può mettere palla a terra. C’è poi Sean Evans lungo che gioca più per sé stesso, rispetto a Miro che invece lo sappiano costruisce per gli altri, riceve centrale e cerca sempre lo scarico migliore sul perimetro o in area. Prometey può contare poi su una solida ossatura di giocatori ucraini, come il playmaker titolare Sydorov, Lukashov, il lungo Petrov e Lypovyy, che garantiscono intensità difensiva e offensiva. Affrontiamo una squadra che gioca libera in transizione, difficilmente ricorre ai giochi e quando lo fa è per schemi mirati per alcuni giocatori”.
Dopo la sconfitta con Brescia serve una reazione di squadra: “Dobbiamo reagire, trovando la voglia e l’energia dopo una brutta partita in campionato, allo stesso tempo dobbiamo aggrapparci a questa per non complicare il cammino in coppa, consapevoli sia del valore dell’avversario sia del fatto che arrivano nella nostra stessa situazione. Noi dobbiamo essere bravi a trovare una reazione di squadra e nei singoli, ripartendo da quanto di buono fatto a Treviso e alcuni passaggi contro Brescia. Dobbiamo trovare più spinta in attacco, con la voglia di passarci la palla fino a costruire il tiro migliore, dovremo essere bravi a uscirne di squadra più che affidandoci alle giocate dei singoli”.
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