Erano i momenti immediatamente successivi alla conquista delle Final Four di Colonia, quando Coach Ettore Messina fissò l’obiettivo della stagione successiva: tornare ai playoff. “Non possiamo – disse – essere la squadra che raggiunge la post-season una volta e poi non ci torna per anni. Noi dobbiamo essere lì ogni anno. Questo è il nostro obiettivo per la prossima stagione”. Questa manifestazione di intenti non è mai stata ripudiata. L’Olimpia è partita con cinque vittorie di fila, è stata da sola in testa alla classifica dopo aver battuto il Barcellona e di fatto non è mai uscita dalle prime quattro posizioni. Ma l’obiettivo è sempre stato quello. “I playoff sono un traguardo, solo che non finisce qui, usiamo questo traguardo cercando di raggiungerne un altro”, ha detto il Capitano Nicolò Melli. Ecco i momenti e gli strumenti che hanno permesso di raggiungere questo primo obiettivo.
DEE-FENSE!!!
L’Olimpia ha finito la stagione regolare come la squadra che ha concesso meno punti alle avversarie. Per raggiungere questo risultato, sul quale ha costruito la propria classifica, l’Olimpia ha realizzato alcune perle difensive come i 43 punti subiti a Istanbul dal Fenerbahce (record di club) con un primo quarto da tre punti subiti; ha subito altre quattro volte meno di 60 punti; quattro volte ha concesso meno di 10 punti in un singolo periodo. La difesa ha permesso alla squadra di ovviare alle assenze, anche pesanti, anche prolungate, di giocatori chiave, primo tra tutti Shavon Shields. Il DNA difensivo della squadra è stato decisivo nella corsa ai playoff. L’Olimpia ha finito tra le prime cinque sia nelle percentuali di tiro da due che da tre concesse agli avversari. Non è stata la migliore né in una statistica né nell’altra, ma è stata l’unica difesa di élite in ambedue le statistiche.
ROAD WARRIORS
Lo scorso anno, l’Olimpia costruì il proprio quarto posto vincendo 10 volte in trasferta. Ma era stata una stagione particolare, praticamente tutta vissuta senza pubblico sugli spalti, in cui la percentuale di vittorie esterne si era abbassata fino al 55%. Quest’anno, rientrato in parte il pubblico, le squadra di casa hanno vinto circa il 67% delle partite giocate. L’Olimpia ha vinto in trasferta ancora 10 gare, di cui cinque consecutive, record di società. Il grande rendimento esterno è stato decisivo. In tutta l’EuroLeague, solo il Barcellona ha vinto di più fuori casa. L’Olimpia è stata capace di vincere su campi storicamente proibitivi: nessuno ha vinto a Barcellona, a parte l’Olimpia e il Maccabi ma in una gara ininfluente. Altre vittorie sono state conseguite a Mosca, a Istanbul contro il Fenerbahce, a Istanbul contro l’Efes, successi pesanti.
GLI INFORTUNI
In una stagione estremamente pesante, gli infortuni fanno parte del gioco, non sono eccezioni, ma la regola. Tutte le squadre hanno avuto infortuni più o meno severi, debilitanti, lunghi o frequenti. L’Olimpia ha perso durante la trasferta di Kazan l’apporto di Dinos Mitoglou. Poche settimane dopo, ha perso anche Shavon Shields. Sono venuti meno circa 24 punti per gara di media. L’Olimpia nelle successive otto partite giocate senza entrambi ha fatto 7-1 di record. In quelle gare, l’Olimpia ha segnato 72.1 punti per gara di media subendone 67.5 inclusa una serie di tre gare consecutive in cui ha concesso meno di 60 punti. In altre parole, ha risposto agli infortuni e all’oggettiva perdita di efficacia offensiva aumentando il proprio rendimento difensivo. Per chiarire, contando solo le gare in non ha giocato Shields, l’Olimpia ha fatto 9-2 di record.
LA QUESTIONE RUSSA
La sospensione delle squadre russe quando erano tutte e tre in piena zona playoff ovviamente ha cambiato i connotati della stagione: l’Olimpia però era davanti a tutte e tre quando hanno dovuto interrompere la loro partecipazione all’EuroLeague e aveva battuto due volte su due il CSKA Mosca. Di fatto senza di loro, la qualità della stagione di Milano è rimasta inalterata, ma la qualificazione ai playoff è stata certificata con sei gare di anticipo. L’anno prima erano state due.
I DETTAGLI
In un torneo equilibrato come l’EuroLeague, le differenze tra una grande stagione e una stagione mediocre sono spesso impercettibili. Il Fenerbahce, ad esempio, ha perso otto partite entro i cinque punti di scarto. Invertendo il bilancio, la sua stagione sarebbe stata completamente differente. Il Panathinaikos, che ha chiuso nelle parti basse della classifica, ha perso sei volte entro i tre punti di scarto o dopo un tempo supplementare. Il Barcellona di contro ha vinto cinque gare su sei entro i tre punti di scarto. Sono dettagli, magari episodi, che fanno la differenza. Ad esempio, Villeurbanne ha vinto sei gare su nove entro i tre punti di scarto. L’Olimpia l’ha battuto in casa rientrando da meno 16, la miglior rimonta della stagione, imponendosi di uno con il canestro risolutivo del rookie Devon Hall. Una partita è una partita, ma in questa competizione può essere decisiva anche giocata a ottobre. Poi ha vinto di uno anche in Francia, ma in circostanze differenti
I MOMENTI CLOU DELLA STAGIONE
Gigi Datome: il canestro da 4 punti – L’Olimpia ha vinto con il Barcellona a Milano chiudendo una striscia di quattro sconfitte consecutive contro i catalani in una battaglia memorabile decisa in gran parte dal missile centrato dall’angolo con fallo subito, proprio davanti alla panchina avversaria, di Gigi Datome. L’Olimpia era avanti di due, a 1:45 dalla fine, l’orologio dei 24 secondi quasi azzerato quando Hines con un passaggio della lunetta a tagliare il campo l’ha trovato in angolo. Cory Higgins ha tentato un intervento disperato urtandolo con il corpo. Il gioco da quattro punti ha aperto un divario di sei lunghezze, virtualmente incolmabile.
Malcolm Delaney: il missile – In questi due anni, Malcolm Delaney ha segnato alcuni canestri memorabili. Anche se il “walk-off” jumper di Tel Aviv della stagione passata resta indimenticabile, a Barcellona è stata la sua tripla su passaggio di Sergio Rodriguez a chiudere la gara per Milano. Mancavano 14 secondi e l’Olimpia era avanti di uno. Canestri simili sono stati segnati a Belgrado e a Montecarlo. Ma farlo a Barcellona ovviamente ha un altro significato.
Sergio Rodriguez: the Big Night – L’Olimpia era arrivata al debutto di EuroLeague reduce dalla sconfitta in Supercoppa e una stentata vittoria in campionato a Napoli. In più, il CSKA Mosca non era certo avversario malleabile. Ma lì sono state gettate le premesse per una grande stagione. Sergio Rodriguez contro la sua ex squadra ha vissuto una grande notte di gloria raggiungendo le 500 triple a segno, traguardo tagliato prima di lui solo da Juan Carlos Navarro e Vassilis Spanoulis. Il tutto nella gara numero 300 della sua carriera europea.
Kyle Hines: il Record – Kyle Hines è diventato il primatista ogni tempo di EuroLeague nei rimbalzi offensivi. Ha superato Felipe Reyes catturando cinque rimbalzi d’attacco nella partita vinta a Kaunas, una delle sue migliori della stagione. Un rimbalzo d’attacco ha assicurato all’Olimpia la vittoria di Atene, ennesima conferma di quanto valga il giocatore con la sua personalità. Il record di Hines vale tantissimo perché cifre alla mano resterà di sua proprietà per diverso tempo. Hines è anche il giocatore che ha vinto più partite nella storia dell’EuroLeague.
Istanbul: la Rimonta – L’Olimpia ha vinto per il secondo anno consecutivo in casa dell’Efes rimontando i 15 punti di scarto accumulati nel primo tempo. L’ha fatto giocando un secondo tempo di impatto incalcolabile in cui ha seppellito i Campioni d’Europa sotto 21 punti di scarto, con zero palle perse e giocando una pallacanestro a tratti spettacolare per altruismo, precisione, efficacia, intensità. È stata seconda Sergio Rodriguez la miglior partita dell’anno. L’Olimpia ha finito la stagione regolare con un bilancio di 6-0 contro le altre tre squadre delle Final Four di Colonia.
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