Le dichiarazioni di coach Walter De Raffaele in vista della sfida di domenica con la Fortitudo Bologna. La Reyer dovrà fare a meno ancora di Michele Vitali e Austin Daye, difficile anche il recupero di Stefano Tonut
“È lo stesso discorso delle ultime partite: domenica ci attende un’altra partita importante, in casa, contro una squadra per me di qualità, con giocatori di qualità e la cui classifica, anche per le ultime prestazioni, rispecchia poco le qualità. La Fortitudo combatte per la salvezza, ma è una squadra con talento, perché Feldeine è un giocatore di Eurolega, e poi Frazier, lo stesso Aradori, che è tornato dall’infortunio facendo molto bene, Procida. Una squadra completa, lunga, con tanti giocatori: sarà una partita difficile, perché ci saranno motivazioni da entrambe le parte. Noi, al di là del recupero di energie e della speranza di recuperare qualche giocatore, anche se non sarà così facile, dovremo continuare a chiedere l’attitudine e l’atteggiamento che abbiamo avuto in tutte le ultime partite, perché comunque il sacrificio e la disponibilità tecnica e tattica ci sta ripagando al di là delle vittorie come senso di squadra. E questa è la cosa che a me interessa di più, perché è un’identità che finalmente abbiamo, per assurdo essendo meno e responsabilizzando qualcuno, ma chiedendo anche sacrifici a chi, come Cerella, avrebbe avuto bisogno di un inserimento più graduale, ma giocoforza è dovuto rientrare subito a 100 all’ora”.
Abbiamo detto di quanto sia stato fondamentale l’arrivo di Theodore, ma in questo periodo anche Jeff Brooks ha mostrato grandissima continuità nelle prestazioni, la forza di andare a rimbalzo, tanta presenza fisica e tatticamente anche da “5” è risultato decisivo.
“Jeff è un giocatore importante, ritrovato per se stesso e per noi. Certamente l’emergenza ci ha dato una dimensione e un equilibrio diverso. Brooks ci dà grande presenza a rimbalzo, atletismo e sacrificio che nella prima parte della stagione non era venuta fuori anche per equilibri diversi, ma che in questo periodo abbiamo riproposto anche a gran Canaria. Naturale che la mia squadra tenda ad aprire il campo – come peraltro hanno sempre fatto le mie squadre – però questa nuova configurazione tattica sta pagando. Chiaro che questa emergenza infortuni non possa andare avanti a lungo perché in questo momento ho dovuto adattare dei giocatori e quindi dobbiamo avere questo atteggiamento che ai fini della partita è decisivo. La cosa che più mi fa contento è la disponibilità che percepisco dai miei giocatori, al di là delle vittorie e delle sconfitte che prima o poi arriveranno, però c’è un’ unità d’intenti che prima non c’era.”
Non è un caso, che questo spirito di squadra abbia portato una durezza mentale che nei primi mesi della stagione era mancata?
“E’ anche vero che quelli che adesso hanno più minuti sono i giocatori che hanno naturalmente un’attitudine tecnica al sacrificio, penso a Bruno Cerella o a Valerio Mazzola, messi poi all’interno di un in un contesto di squadra è naturale che il gruppo storico Bramos, Stone, Watt, hanno dato un’impronta importante. Questa attitudine ci tornerà molto utile anche in futuro perché abbiamo tanto desiderio di continuare a spingere e fare, poi alla fine di queste sei giornate di campionato vedremo a che punto saremo arrivati.”
Capitolo EuroCup. Meglio Parigi di Belgrado? Forse il fattore campo può essere una piccola differenza, viste le dimensioni più piccole del palazzetto di Parigi rispetto a quello di Belgrado.
“Tutti dicono meglio Parigi Metropolitans, ma ricordo che Parigi è prima in classifica in Francia dove ci sono il Monaco e l’ASVEL che giocano in Eurolega. Sono due sfide affascinanti con grandi allenatori e roster. Sarebbero state entrambe grandi partite, poi non lo sapremo mai cosa sarebbe stato meglio. Partizan gioca per vincere l’EuroCup, Parigi però ha fatto un buon girone. In ogni caso lo scorso anno alla fine l’EuroCup l’ha vinta AS Monaco. Dipende, ci sono delle stagioni in cui tutto si allinea ma senza dubbio Metropolitans ha un roster di qualità. Poi quest’anno è ancora più difficile perché dipende come si arriva alla partita secca, se riuscissimo ad arrivare con buone condizione fisiche, perché adesso conterà anche quello, visto che l’intensità sarà altissima: può davvero succedere di tutto.”
Sul premio che ha ricevuto dal Coni.
“Questa mattina è arrivata questa comunicazione e come ho scritto mi onora molto. Mi fa molto piacere e mi inorgoglisce perché comunque è un riconoscimento anche per il lavoro di tutto lo staff e di tutto il club. E’ una cosa bella che non mi aspettavo e non sapevo, quindi sono contento.”
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