Innamorato della palla a spicchi sin da piccolo, cresciuto con il sangue orogranata ed ora protagonista in prima squadra. Davide Casarin si appresta a disputare la sua quinta stagione con l’Umana Reyer con cui ha già disputato ben 143 partite. A soli 21 anni è riuscito a guadagnarsi quasi 20 minuti di media mettendo a disposizione della squadra energia, fisicità ed atletismo. Premiato come miglior giovane under 22 dei playoff scudetto, Davide è entrato nei cuori dei sostenitori reyerini per la sua grande generosità e determinazione con cui veste l’orogranata in ogni partita.
In vista della raduno Reyer, in programma mercoledì 21 agosto, ha rilasciato ai nostri microfoni la seguente intervista.
Ciao Davide, come stai? Com’è andata l’estate?
Molto bene. Dopo il ritiro con la Nazionale ho fatto due settimane di break, una pausa che mi ha aiutato mentalmente e fisicamente. Poi ho ricominciato subito ad allenarmi ed ora sto lavorando in palestra con Veljko Perovic (player development coach) e Matteo Xalle (preparatore atletico).
Quanto è importante l’off-season secondo te?
Ho sempre considerato il periodo estivo come quello più importante: secondo me il lavoro in off-season può impattare molto sulla carriera di un giocatore. È il momento dell’anno in cui puoi capire meglio i tuoi limiti e lavorare per superarli. Credo che sia la parte più bella perché l’avversario sei te stesso, puoi migliorare giorno dopo giorno e hai più tempo per lavorare su alcuni aspetti del gioco, in cui è più difficile trovare spazio durante l’anno. Ora mi sto allenando su tanti fondamentali: palleggio, passaggio, abilità, agilità e tiro. Sto lavorando per ampliare il mio bagaglio tecnico, come ad esempio l’attacco al ferro e i movimenti in uno contro uno. Un’ora e mezza al mattino e un’ora e mezzo al pomeriggio di intensità e quantità. Sono molto contento.
C’è un aspetto del gioco in cui vorresti migliorare?
Il mio obiettivo principale è quello di squadra, ovvero vincere più partite possibili per provare ad arrivare in fondo, creando un gruppo che sia forte dentro e fuori dal campo, che si unisca nelle difficoltà con l’aiuto reciproco. Personalmente mi allenerò sempre con grande concentrazione e dedizione provando a trarre insegnamenti da ogni situazione e da ogni partita. Non guardo troppo lontano, mi concentro sul fare bene ogni giorno.
Quanto hai imparato in questa ultima stagione, soprattutto dal punto di vista mentale?
I primi quattro mesi sono stati davvero tosti, è stato difficile rapportarmi con una squadra di alto livello con giocatori molto forti. L’aspetto più complicato è stato comprendere i miei spazi, capire e ricoprire il mio ruolo nel sistema. Tornare alla Reyer con questo programma, con staff e giocatori di alto livello è stato difficile, ma con l’aiuto di tutti sono riuscito ad ingranare e crescere soprattutto come contributo al gruppo. Sono soddisfatto, ma la stagione è alle spalle ed ora ne inizia un’altra in cui abbiamo voglia di toglierci grandi soddisfazioni.
Cosa pensi della squadra 2024/25?
Sono molto contento perché siamo rimasti in tanti dall’anno scorso, è importante perché partiamo da un gruppo solido. Conosco la maggior parte dei nuovi arrivati, alcuni li ho affrontati in campo. Penso che siamo davvero una buona squadra, abbiamo tanto atletismo e siamo giovani, starà a noi lavorare bene e diventare un team solido. Come sempre partirà tutto dalla difesa.
Sei un idolo per tanti giovani e giovanissimi, cosa significa per te?
Vestire la maglia della propria Città è il sogno di ogni bambino. Gioco alla Reyer da quando ho quattro anni e i 17 anni di basket li ho vissuti praticamente tutti qui. Reyer è casa e famiglia, ho passato più tempo nelle nostre palestre che a casa mia. Per me è un onore ed un’emozione unica entrare in campo per questa maglia.
Mi rende felice sapere che tanti giovani cestisti tifano per me, sento di avere la responsabilità di essere un esempio per loro, non solo in campo, ma soprattutto fuori. Quando ero piccolo seguivo con gli occhi tutto ciò che facevano i miei idoli per imparare e quell’esperienza cerco ora di trasmetterla ai nostri giovani.
Non vedo l’ora di iniziare, ci vediamo presto. Forza Reyer!
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