In questa estate di mercato Davide Alviti è stato tra i nomi caldi. Dopo la firma con Trieste, e l’annuncio dell’8 luglio, ecco le sue parole a Il Piccolo, tornando sull’addio a Treviso: «La mia priorità era di rimanere in maglia De’ Longhi. Due anni con una società che mi ha regalato una promozione indimenticabile, la possibilità di continuare a lavorare con un allenatore che conoscevo e con cui avevo buon feeling e in un ambiente nel quale mi sono trovato bene. Mi sembrava giusto aspettare, quando la dirigenza e il coach mi hanno detto che non rientravo più nei loro piani mi sono guardato intorno. La trattativa con Trieste è stata veloce, da quando i miei agenti mi hanno parlato dell’offerta al momento della firma è passato veramente pochissimo tempo».
L’8 giugno Paolo Vazzoler, presidente del club, si era espresso così sul giocatore: «Ad Alviti abbiamo fatto una proposta che se io fossi un ragazzo di 23 anni, che prima di venire qui giocava in A2 in zona retrocessione, accetterei ad occhi chiusi. Può fare ciò che vuole, ma non mi va che giochi a nascondino».
Così Andrea Gracis il 12 giugno: «Davide Alviti ha rifiutato la nostra proposta, ne prendiamo atto. Nella vita comunque mai dire mai, per cui dovesse ripensarci noi siamo qua. Ma in tal caso la trattativa ripartirà da zero».
Dichiarazione ribadita da coach Max Menetti lo stesso giorno: «Per quanto riguarda invece Alviti il discorso è diverso: a Davide la società e io abbiamo offerto un accordo importante, quello di essere l’italiano che doveva partire in quintetto, perché è un giocatore di livello e di prospettiva. Purtroppo l’offerta si è arenata sulla questione economica e qui le strade si sono separate».
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