Dan Peterson a Tutti Convocati: Milano può farcela, ma serve anche un pizzico di fortuna

Dan Peterson a Tutti Convocati: Milano può farcela, ma serve anche un pizzico di fortuna

Ospite della trasmissione Tutti Convocati su Radio 24, condotta da Carlo Genta, Dan Peterson ha offerto il suo punto di vista

Ospite della trasmissione Tutti Convocati su Radio 24, condotta da Carlo Genta, Dan Peterson ha offerto il suo punto di vista sul momento dell’Olimpia Milano in Eurolega e, più in generale, sull’evoluzione del basket europeo.

«Mi dispiace per l’uscita della Virtus – ha esordito il coach – perché sono tifoso, se così possiamo dire, del basket italiano, soprattutto dell’Olimpia. È chiaro, Carlo, che questi tempi sono molto diversi dai miei».

Peterson ha poi tracciato un confronto tra la sua epoca e l’attuale Eurolega:
«Ai miei tempi, per arrivare in finale, dovevo pensare a tre o quattro grandi avversarie: Real Madrid, CSKA Mosca, Zalgiris, e una squadra jugoslava. Non c’erano ancora le potenze greche come oggi l’Olympiacos, il Panathinaikos, né quelle turche come Efes e Fenerbahce. E neppure le francesi, come Monaco o Parigi. Oggi la Spagna ha molte squadre di alto livello: non solo Real Madrid e Barcellona, ma anche Baskonia, Valencia… La concorrenza è molto più fitta, il livello più alto. Oggi è tutto più difficile, anche numericamente».

Sul cammino dell’Olimpia in Eurolega, il coach ha spiegato:
«Milano ha le sue possibilità. Mentre parliamo, la squadra ha 15 vittorie e 14 sconfitte, mancano poche partite. Devono vincere almeno una delle prossime quattro per arrivare a 17, che può essere la quota per accedere ai play-in. Se riescono ad arrivarci, avranno le loro chance».

Ma Peterson non nasconde che servirà anche qualcosa in più:
«Niente è facile, niente è scontato. Come ha detto Messina, e come hai detto anche tu e Zapelloni, serve anche un po’ di fortuna. Noi l’abbiamo avuta nell’anno in cui abbiamo vinto tutto. Non voglio dire “fortuna”, è una parola sbagliata. Dico che qualcosa deve girarti a favore. E tu devi anche causarla, devi creartela. Ma deve arrivare. E Milano ha bisogno anche di questo».

Infine, un siparietto affettuoso con Carlo Genta:
«Kind of magic, mio caro coach… Ma chi è il tuo giornalista radiofonico preferito?»
«Carlo Genta.»
«Allora non sei squalificato. Ti voglio bene, ciao coach!»

Una chiusura con il sorriso per una voce storica che, ancora una volta, ha ricordato a tutti che il basket è fatto di tattica, sacrificio… ma anche di momenti da cogliere.