Luca Dalmonte, coach della Fortitudo Bologna, ha concesso una lunga intervista ad Andrea Barocci del Corriere dello Sport.
Ne riportiamo alcuni stralci.
Sulla compatibilità del duo Banks-Aradori: “Penso che ci sia l’intelligenza personale, emotiva e cestistìca perché questo non sia un
punto che ci condizioni. Tutti noi dobbiamo pensare a un sistema nel quale il singolo può avere la possibilità di esprimere il proprio talento, ma ricordando sempre che il nostro è uno sport di squadra, dove ognuno è al servizio del gruppo, e non il contrario”.
Sull’arrivo di Baldasso: “Soprattutto quando si entra in corsa è necessario che ci sia uno scambio di certezze, visto che esiste già una struttura che si è messa in moto. A Tommaso chiedo di essere sé stesso, perché abbiamo la necessità di avere un giocatore aggressivo contestualmente con i nostri equilibri. Lui al momento può avere una doppia dimensione nel suo ruolo, e credo sia ben complementare con il nostro reparto esterni”
Sull’anno trascorso senza allenare: “La sofferenza è stata tanta, perché il basket è prima di tutto passione: se non lo vivi nel quotidiano è come se ti mancasse l’aria. Ho approfittato per dedicare un po’ più di tempo a ciò che va oltre il discorso tecnico: parlo della gestione del gruppo e del singolo, e di come approcciarsi agli atleti. Mi sono documentato affidandomi a testi e appunti. E questo anche perché mia moglie è responsabile della gestione delle risorse umane di una azienda: anche grazie a lei mi sono indirizzato verso questa direzione. Perché penso che, al di là di un pick and roll o di un post basso, la qualità delle relazioni è molto importante nell’efficienza del gruppo squadra”.
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