Eugenio Dalmasson è il coach del momento in Serie A con l’Allianz Trieste che ha raggiunto le Final Eight nonostante anche uno stop per un focolaio di covid che ha colpito la squadra.
Dalmasson ha rilasciato una lunga intervista a Fabrizio Fabbri de Il Corriere dello Sport.
Situazione.
Di grandissima precarietà. Come allenatore ho dovuto ripensare il mio modo di fare basket. C’è stato un momento in cui il sottoscritto e pochi altri nella squadra eravamo negativi al virus. In quei giorni quando abbiamo giocato sembravamo degli sparring partner timidi contro un pugile che si preparava per il titolo mondiale. E nel piano partita contro l’avversario da sfidare abbiamo inserito una variabile: il tampone.
Storia a Trieste.
Come quella di un allenatore di un college americano. A lunga, lunghissima scadenza (undici anni, ndr). A Trieste sono da cosi tanto tempo non solo per i risultati, perché non sempre le cose sono amiate bene. L’entusiasmo oggi è quello di sempre, anche di quando per andare avanti si mangiava, lasciatemelo passare, pane e cipolle.
Obiettivi per il futuro.
Di avere la squadra al completo domenica prossima contro Sassari. Abbiamo passato settimane a fare allenamenti in due o tre giocatori senza sapere cosa sarebbe successo il giorno dopo. Spero che presto si esca fuori da questa situazione da incubo.
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