Il Corriere di Bologna titola: «Dove va la Virtus». «Dallo schiaffo alla Segafredo alla topa morta: un’annata al contrario». «L’aumento di capitale scade solo il 30 giugno. La vanità di Zanetti e la difesa di Gherardi ma il club perde ricavi e ha 16 milioni di debiti. Serve subito una rivoluzione: Gherardini?».
Così Daniele Labanti: « Zanetti, che lo scorso giugno era pronto a vendere ad Allon, per settimane ha ripetuto allo sfinimento il refrain che la Virtus farà grandi cose. Ma perso il più importante finanziatore (dopo lo schiaffo dello scorso maggio, Segafredo ha garantito 6 milioni quest’anno – contro i 13 previsti – e dall’anno prossimo sarà fuori) e con il budget in riduzione da due stagioni, i risultati in decadenza, un roster consumato e in attrito con il coach, una dirigenza assente, la permanenza in Eurolega sempre in bilico, 16 milioni di debiti e i ricavi per la prima volta in contrazione, il futuro della società non è al sicuro.
Senza avanzare catastrofiche profezie alla Modigliani, che poi (forse) non si avverano, come si esce da questa disagevole situazione? Se l’equilibrio delle quote non cambia e non appare all’orizzonte un nuovo compratore, va scompaginato almeno uno dei postulati sui quali poggia il “caso Virtus”: il socio di minoranza deve intervenire nel processo decisionale».
#Virtus I conti non tornano? La situazione è difficile sul campo ma è molto più importante ciò che succede fuori. Marzo è il mese in cui si programma il futuro.
SPOILER: la soluzione non è la continua iniezione di denaro dei soci ma una rivoluzione culturale
👉 @corrierebologna pic.twitter.com/Z7pNgnBL8L— Daniele Labanti (@DLabanti) March 23, 2025
#Virtus Qui un affresco della situazione in casa bianconera, con i numeri e alcuni ragionamenti sulle possibili soluzioni: spero rispondano, almeno in parte, alle tante domande che si pongono i tifosi.https://t.co/0svfynCClk
— Daniele Labanti (@DLabanti) March 24, 2025
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