Nel corso della conferenza di presentazione della Serie A 2022/2023 UnipolSai ha preso la parola anche Charis Tsevis, designer al quale Lega Basket ha deciso nuovamente di affidarsi per la realizzazione della nuova campagna “Zero Gravità” che inaugura la sua nuova veste grafica. Già autore di lavori per manifestazioni quali le Olimpiadi di Londra 2012, il Gran Premio di Monza 2020, i Birmingham 2022 Commonwealth Games, le Olimpiadi di Tokyo 2020, per LBA l’artista greco ha già realizzato nel 2018 l’artwork “The New Futurists” con l’idea di seguire i principi di dinamismo, evoluzione ed intelligenza. Per la stagione 2022/2023, Tsevis ha prodotto un’illustrazione con la tecnica del mosaico (di cui è maestro) chiamata “Wave” per la particolare forma a onda delle tessere che lo compongono.
“Fino adesso abbiamo usato uno stile che Paolo Guidobono (co-fondatore assieme a Michele Sartori dell’agenzia Foolbite) ama chiamare Sharp composto da forme geometrie, linee dritte e poligoni aggressivi. Quest’anno abbiamo fatto un ulteriore step e siamo passati a uno stile chiamato “Wave” molto più morbido ed etereo che vuole esprimere meglio il messaggio di Zero Gravità”.
“Era esattamente una mattina come questa di settembre, 30 anni fa – prosegue Tsevis – quando arrivai a Milano per studiare design, il primo anno conobbi Paolo Guidobono della Foolbite e da allora siamo amici. Sia lui che io abbiamo coltivato una passione vera per due movimenti artistici che poi si riflettono in tutto il nostro lavoro, anche quello fatto per LBA. Il primo è il futurismo e il secondo la psicologia della Gestalt. Quello che ci ha attratto molto del futurismo è la dinamicità di un’epoca lontana che presentava molte somiglianze a quella presente con avanzamenti tecnologici, eventi storici, turbamenti geopolitici. Era un movimento italiano, europeo e mondiale. La Gestalt era una base concerta dove un designer poteva costruire il suo lavoro, era uno strumento percettivo per analizzare la forma e apprezzare il ruolo della forma. Poi sia Paolo che io amavamo lo sport ma in modo atipico. Non erano i gesti ad attrarci ma la parte futurista e gestaltista, ci piaceva molto la figura, la forma pura, i colori, le coreografie, non solo lo sport come risultato di una partita. Lo sport poi era un evento sociale che rappresentava identità, zone, squadre, sentimenti, movimenti. Poi amavamo il basket perché per noi è il gioco più intelligente che ci sia. Non basta essere bravo o forte per giocare bene, devi avere un’intelligenza pura, devi comprendere lo spazio, usare la geometria, usare la strategia e la psicologia. Parlando di geometria, 30 anni fa coltivammo uno stile e un linguaggio visivo molto adatto agli eventi sportivi tant’è che i nostri prof ci avevano insegnato un modo che poteva essere un codice visivo mondiale e infatti l’abbiamo usato in varie occasioni. Da quattro anni abbiamo il piacere di collaborare con LBA. Come Giannis, 30 anni fa venni a Milano e in Italia per cominciare la mia carriera e forse come lui ho superato le mie aspettative, sono andato un poco oltre. Come lui ha trovato la sua America, per me l’America è l’Italia, grazie alla gente, alla storia e alla cultura e allora non posso dire nient’altro che un grazie Italia, grazie LBA”.
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