Demis Cavina, coach della Vanoli Cremona, ha rilasciato un’intervista a Enrico Schiavina de Il Corriere di Bologna, dopo la sorprendente vittoria sulla Virtus.
“L’avevo incontrata solo un paio di volte. Ricordo bene la prima, nel 2001, con Roseto, era a Casalecchio sotto Natale: perdemmo solo nel finale, ma mi costò l’esonero, ed era la mia prima panchina di A. Ma ehi, era la Virtus di Ginobili, fresca di Grand Slam. Lunedì ero a casa a Castel San Pietro, suona il campanello, apro: è il mio vicino, virtussino doc, che vuole complimentarsi e nello stesso tempo mandarmi bonariamente a quel paese. Da bolognese, mentirei se dicessi che è stata una vittoria come un’altra. A Castello poi è virtussino pure il sindaco”.
La partita.
“(Abbiamo vinto) Mantenendo una grande concentrazione. Credendo nelle cose che avevamo preparato. Ci avevamo lavorato tanto, pensando a Shengelia e Belinelli come obiettivi difensivi per noi cruciali, ma non solo. Bravi i miei ad eseguire, poi bisogna essere onesti: era due giorni dopo la loro battaglia con l’Efes. L’Euroleague è un torneo massacrante, ci sta che ogni tanto lasci scorie, anche a chi ha panchine lunghissime. Detto questo, sta alle avversarie di turno farsi trovare pronte per approfittarne. E a noi stavolta è riuscito tutto”.
Cavina è rimasto impressionato dal gioco del team di coach Banchi.
“Sanno andare sempre dove vogliono in attacco, hanno gerarchie chiarissime e una difesa che sale di colpi nei momenti caldi. E poi non si disuniscono mai, neanche domenica: nel quarto ce li siamo ritrovati in un attimo in scia, e abbiamo dovuta vincerla due volte. Sono un blocco di cemento, faranno strada”.
Il campionato della Vanoli.
“Penso solo a salvarmi, sapendo che sarà dura, contento della buona partenza, con anche sconfitte sul filo con Venezia e Reggio. A parte il nucleo italiano e Lacey, abbiamo messo cinque stranieri nuovi, in cerca di vetrina. Per questo dico che va sempre vissuto il momento, presa ogni occasione che passa”.
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