Carlo Recalcati: Italiani? Non è più il caso di parlare di obbligo, ma di incentivi

Carlo Recalcati e la riforma per il basket italiano

Carlo Recalcati e la riforma per il basket italiano. La visione dell’ex coach della Nazionale al QS.

SUL DOPPIO CAMPIONATO PROFESSIONISTICO

«Ho sempre pensato che il nostro movimento dovesse essere propositivo. Lo è sempre stato in passato. Ricordo che siamo stati i primi a introdurre i playoff, a lanciare l’idea e a ispirare gli altri. Se propositivo vuol dire proporre qualcosa di nuovo ben venga. Ma ricordiamo che vent’anni fa un secondo campionato professionistico era già previsto».

«Rendiamolo un laboratorio sperimentale anche a livello di format. Due campionati gestiti dalla stessa lega non sarebbero per forza un tornare indietro se propongono qualcosa di nuovo».

SULLA STRUTTURA A CONFERENCE

«Che limitino le gare delle squadre nelle coppe europee, e ne garantiscano due a settimana a quelle che giocano solo in Italia. E i playoff si scriverebbero con le percentuali di vittoria visto il numero diverso di partite disputate».

SULLE REGOLAMENTAZIONI DEGLI ITALIANI

«Partiamo dall’obbligo dei giocatori italiani in campo in LBA. Questo non ha prodotto quello che la Federazione auspicava. Non è più il caso di parlare di obbligo, ma di incentivi. Soprattuto a favore di chi lancia ragazzi formati in casa propria. Un fondo reale, retto magari da sponsor e da una luxury tax imposta alle società che per ragioni d’ambizione investono maggiormente sugli stranieri».