Il 2 febbraio 2025, Luka Doncic è stato ceduto ai Los Angeles Lakers in uno scambio che ha scosso le fondamenta della NBA: uno dei giocatori più talentuosi della sua generazione lasciava i Dallas Mavericks in cambio di Anthony Davis. Ma il vero punto di rottura era iniziato ben prima. A far collassare la relazione tra Doncic e i Mavericks non è stato un solo evento, bensì un’escalation di tensioni interne, licenziamenti controversi, divergenze mediche e perdita totale di fiducia.
Il licenziamento di Casey Smith: l’inizio della frattura
Nell’agosto 2023, pochi giorni dopo aver partecipato al ritiro nella Hall of Fame di Dirk Nowitzki, il GM Nico Harrison licenziò Casey Smith, direttore sanitario e figura storica della franchigia, nonostante la sua assenza giustificata per assistere la madre gravemente malata. Il motivo? Smith era stato definito “troppo negativo”, una critica che fonti interne hanno interpretato come: “non abbastanza allineato”.
Smith, figura chiave nella crescita di Doncic a Dallas e amico personale di Nowitzki, rappresentava una delle connessioni più forti tra il giocatore e la franchigia. Il suo allontanamento segnò l’inizio di una rottura emotiva e professionale.
Una cultura smantellata
Seguì un’ondata di altri licenziamenti: via anche Jeremy Holsopple (preparatore fisico dell’anno NBA 2021) e Casey Spangler (terapista). Secondo fonti vicine al team, Harrison li considerava “abilitatori” del comportamento di Doncic, ma all’interno della lega erano visti come professionisti di altissimo livello.
Nel frattempo, la nuova gestione sanitaria — guidata da Johann Bilsborough e Keith Belton — si rivelò disfunzionale. Non solo mancava un terapista manuale a tempo pieno per tutta la stagione, ma i due responsabili ebbero un confronto acceso documentato dalle telecamere interne. Belton, ex fullback NFL, non possedeva nemmeno le certificazioni richieste dalla NBA, e veniva descritto da alcuni come un “personal trainer con energia da cheerleader”.
Il rapporto spezzato con Doncic
Con l’allontanamento di Smith e degli altri storici collaboratori, Doncic perse fiducia nella struttura. Affiancato dalla manager Lara Beth Seager e dal suo team medico personale (composto da Javier Barrio Calvo e Anze Macek), il campione sloveno sentì il bisogno di proteggersi. Il suo entourage giudicava Harrison un uomo interessato solo al controllo e poco disposto alla collaborazione.
Quando Doncic si infortunò al polpaccio a Natale, si scatenò un’ulteriore guerra interna. Bilsborough prevedeva un ritorno in 2-3 settimane, ma il team di Doncic ne richiese 6. Vinse Luka. Harrison lo accusò di tenere la squadra in ostaggio. Quando Doncic si rifiutò di unirsi alla squadra in trasferta per completare la riabilitazione, arrivò la decisione finale: sarebbe stato scambiato.
L’addio di Nowitzki e la fuga dei veterani
Il licenziamento di Smith portò anche Dirk Nowitzki a prendere le distanze. Non partecipava più attivamente alla vita tecnica dei Mavs, pur restando legato emotivamente alla squadra. Anche Scott Tomlin, a lungo capo della comunicazione e figura di fiducia per Doncic e Dirk, lasciò il club. Tutti segnali di un sistema che implodeva.
Una gestione sanitaria sotto accusa
I Mavs hanno chiuso la stagione con il secondo peggior record di infortuni in NBA. Secondo fonti interne, il caos e le tensioni tra Belton e Bilsborough hanno creato un ambiente tossico, in cui le decisioni venivano prese in modo scollegato e talvolta per dimostrare chi fosse al comando, più che per il bene dei giocatori.
Una rottura inevitabile
L’uscita di Doncic non è stata una sorpresa per chi viveva dall’interno la tensione quotidiana. Nonostante prestazioni storiche — come il suo record nei playoff 2024 con leadership in punti, rimbalzi, assist e recuperi — il feeling con la dirigenza si era deteriorato a tal punto da rendere impossibile la convivenza.
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