L’ala statunitense della Dolomiti Energia Trentino di presenta alla stampa: «Qui trovo un gioco più fisico e calcolato rispetto agli USA, ma so che qui a Trento tanti giocatori hanno fatto il salto di qualità»
Mano mancina caldissima, eleganza nei movimenti e capacità di fare tutto su un campo da basket: Cameron Reynolds con l’avvicinarsi delle prime partite ufficiali della stagione si sta ambientando sempre di più nel basket europeo e nella realtà bianconera. Nel pomeriggio il nuovo numero 5 della Dolomiti Energia Trentino ha incontrato la stampa locale assieme al direttore sportivo Rudy Gaddo.
RUDY GADDO (Direttore Sportivo DOLOMITI ENERGIA TRENTINO): «Cameron è stato il secondo acquisto della nostra estate di mercato, è un giocatore dalle caratteristiche eclettiche: crediamo molto in lui per le sue qualità e per il modo in cui tecnicamente si completa con gli altri giocatori a roster. Ha fisico e tiro, può essere un valore aggiunto importante per la squadra».
CAMERON REYNOLDS (Ala DOLOMITI ENERGIA TRENTINO): «Mi descrivo come un giocatore versatile, posso giocare in tante posizioni diverse e credo che la squadra abbia tanti giocatori in grado di farlo con efficacia. Arrivo in Europa, e in Italia, con l’obiettivo di imparare e crescere: qui trovo un gioco più fisico e “calcolato” rispetto a quello a cui sono abituato, l’esperienza che farò qui credo possa darmi una marcia in più nel provare a ritornare in NBA da giocatore e da uomo più maturo e completo. Qui all’Aquila tanti atleti in questi anni hanno fatto il salto di qualità, a dimostrazione di quanto il programma sportivo e in generale il club stiano lavorando bene. A Folgaria contro la Virtus siamo scesi per la prima volta assieme in campo, credo sia stato istruttivo perché ci ha permesso di trovare un po’ di chimica, solo giocando assieme si migliorano certi meccanismi tecnici e di comunicazione. L’estate con il Team USA? Un’esperienza incredibile, da “una volta nella vita”. Sono onorato anche solo di avere avuto la possibilità di allenarmi e di condividere il campo con campioni enormi come Kevin Durant o Damian Lillard. Sapevo che non sarei sceso in campo in partite ufficiali, ma essere a Tokyo ed essere parte di quella squadra è stata la mia Olimpiade. La città? Trento è bellissima, circondata da montagne e scenari che mi hanno subito colpito: sono un tipo tranquillo, mi sembra il posto perfetto per me».
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