Oggi a “Primo Quarto”, trasmissione che va in onda tutti i giorni dalle 10 su Radio Basket 108, Massimo Guerrieri ha intervistato il play/guardia della Bertram Tortona, Bruno Mascolo.
-Che sensazioni hai avuto durante e dopo gara 4 e gara 5 di finale playoff contro Torino l’anno scorso, valide per l’accesso in Serie A1 e per la vittoria del campionato di A2?
-Venivamo da una gara 3 disastrosa, avevamo preso 30 punti in casa, gara 4 l’abbiamo vinta con un canestro allo scadere di Cannon davanti ai nostri tifosi e poi abbiamo vinto uno partita dentro/fuori a casa loro; tutti i bambini sognano un qualcosa del genere. Abbiamo lavorato tutti una vita intera per quella occasione e non potevamo farcela scappare. È stato un momento che mi porterò sempre nel cuore e quando a 30 anni riguarderò quelle immagini mi sembrerà di averle vissute il giorno prima.
-Come hai vissuto tu e come avete vissuto di squadra con anche il coach una partenza così buona in Supercoppa, vincendo quasi tutte le partite del girone e giocandovi fino all’ultimo i quarti di finale contro la Virtus Segafredo Bologna?
-Noi siamo partiti in maniera molto serena, sapevamo che la Supercoppa sarebbe stata da prendere con i guanti, è comunque precampionato ed eravamo insieme da sole tre settimane. Siamo stati bravi perché in quel momento evidentemente eravamo più avanti nella preparazione rispetto alle altre squadre, fisicamente e, probabilmente, anche mentalmente. Una Supercoppa del genere ci ha dato morale, ci ha fatto comprendere a pieno le nostre potenzialità.
-Credi che questo inizio di campionato buono del Derthona sia riconducibile ad una buona Supercoppa?
-La Supercoppa ci ha dato molta fiducia, ma il campionato è un’altra cosa, le squadre sono molto più preparate ed i punti diventano fondamentali, mentre quando perdi in precampionato sei arrabbiato, ma in quel frangente è molto più importante stare insieme e oliare tutti i meccanismi.
-Cosa chiede maggiormente Coach Ramondino in allenamento e qual è un suo pregio?
-Chiede molta attenzione mentale, anche se non sei nella tua condizione fisica migliore ed impazzisce se si accorge che noi giocatori siamo deconcentrati. Ogni allenamento ed ogni secondo sul parquet è fondamentale per lui. Per quanto riguarda il suo più grande pregio, posso dire che è molto attento tatticamente ed è bravissimo a preparare le partite.
-Stai giocando sempre più da guardia che da play. Credi sarà il tuo ruolo predominante per il futuro?
-Il coach mi ha parlato e mi ha detto che preferiva, soprattutto per quanto riguarda i compiti difensivi, che io iniziassi da guardia. In realtà giochiamo con il doppio playmaker, io e Wright ci alterniamo, ma sono io che devo marcare la guardia avversaria.
-Visti i tuoi progressi e la tua crescita, stai facendo un pensierino alla nazionale e alla prossima finestra FIBA?
-Sono molto scaramantico, so che è molto difficile, ma è sempre stato quello il mio sogno, fin da bambino; vado in palestra per quello, mi alleno per quello poi si vedrà.
-Qual è stata la sensazione tua e di tutto lo spogliatoio dopo la vittoria storica, nella scorsa giornata di campionato contro la blasonata e neo campionessa d’Italia Virtus Bologna?
-Venivo da un paio di partite sottotono, in cui non avevo giocato bene, soprattutto contro Trieste, quindi avevo bisogno personalmente di disputare una buona gara, e in più giocavamo contro la Virtus. Il coach mi aveva chiesto di marcare Teodosic ed io ho lavorato una vita intera per arrivare a questi livelli, quindi sono stato contento fin da subito. In partita non ti accorgi dell’emozione, sei troppo concentrato, ma dopo ce la siamo proprio goduta.
-Guardando la Bertram ed il signor inizio di campionato che avete fatto, dove può arrivare questa Tortona?
-La squadra ha tanta potenzialità, dobbiamo solo prendere un po’ più di ritmo e mettere a posto alcuni dettagli, ma sarei un bugiardo se rispondessi che prevedo una salvezza all’ultima giornata, anche se quello rimane il primo obbiettivo. Il mio sogno sarebbero i playoff al primo anno in A1.
-Sei nato a Castellammare di Stabia, hai fatto le giovanili con il Basket Team Stabia ed hai esordito in Serie C con la Nuova Polisportiva Stabia. Cosa ricordi di quegli anni?
-Ho dei ricordi stupendi: giocavo con i miei amici, andavamo insieme in bicicletta al campo e ci divertivamo tanto. È stato un periodo in cui ci siamo allenati dieci ore al giorno, ogni giorno, senza sentire la stanchezza, Dai quattordici anni, quando ho esordito in Serie C, il mio desiderio è stato quello di farmi conoscere e notare fuori dalla mia regione.
-Qual è stato il giocatore che, fino ad ora, ti ha impressionato di più?
-Weems. Fa sempre canestro, è alto, è muscoloso e, se aggiungi le mani che ha, è davvero decisivo.
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