Brandon Taylor, playmaker di Reggio Emilia, ha parlato con Backdoor Podcast di diversi argomenti.
Sulla stagione della Unahotels:
“Quest’anno abbiamo iniziato davvero molto bene, dimostrando di avere talento e potercela giocare con tutti. Poi è arrivato un tremendo focolaio Covid che ha colpito tutta la squadra: da quel momento in poi non siamo più stati in grado di tornare al livello di prima. Sono però orgoglioso di come siamo riusciti ad uscire, compattandoci come gruppo e come società, conquistando la salvezza. Abbiamo mostrato professionalità e resilienza. Abbiamo lavorato duro perchè amiamo il gioco del basket. Avrei sperato in una classifica migliore? Sì, però non è sempre l’unica cosa che conta e personalmente mi sento comunque di aver disputato una stagione positiva che mi ha aiutato a crescere”.
Sul suo modo di interpretare il ruolo di playmaker:
“Essere il playmaker significa fare quello che la squadra ha bisogno in quel momento: una partita può essere un assist in più, una partita può essere una difesa in più, un’altra invece saper segnare. Devo fare quello che serve ed aiutare la squadra capendo di cosa c’è necessità. Devo prendere le decisioni giuste, mettere i miei compagni nelle condizioni di segnare. Quindi, rispondendo alla domanda, il mio ruolo non si “riduce” solo ad un canestro o ad un assist, ma ad un insieme di cose”.
Taylor in LBA ha prodotto 14.8 punti e 4.7 assist a partita, tirando con il 41% dal campo, il 36% da tre e l’83% dalla lunetta.
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