Bob Morse, su “Tuttosport, ha parlato del suo ritorno in Italia in questo periodo quando sarà celebrato alla Frecciarossa Final Eight 2024 di Torino, venendo insignito dell’inserimento nella Hall of Fame italiana: “È il più grande onore della carriera, anche se arriva tanti anni dopo, è un’emozione bellissima. È un grandissimo onore essere il primo americano in Italia a ricevere il riconoscimento. Certo, ho avuto una carriera con tanti successi nella squadra più forte e visibile (Varese, ndr)”.
“Nel 1972, a maggio per una prova. Coach Aza Nikolic voleva valutare se cambiare Manuel Raga in campionato. Mi venne a prendere la famiglia Gualco e mi portò sul lago a Varese. Ne fui conquistato. Io sono della campagna in Pennsylvania. Ricordo anche la prima partita giocata, a Loano in un torneo estivo, appena atterrato, contro una selezione del campionato, allenata da Sandro Gamba. All’aperto, mi sembrava di essere tornato al cortile, ai campetti da ragazzino. Poi il debutto in campionato ad Asti e soprattutto quello a Varese. C’era grande attesa, il pubblico amava Raga. E Morse cosa fa? Subito 0-6 al tiro, troppo nervoso. Il pubblico scandiva il nome di Raga. Ma mi ripresi, chiusi la partita con 45 punti e una serie di 10-10 da fuori. E il pubblico cominciò a pensare che l’americano non era male”.
“All’inizio conoscevo una manciata di parole, non l’avevo studiata, ma miaiutò la conoscenza del francese, studiato al liceo e all’università. La struttura grammaticale è simile. La decisione di insegnare l’ho maturata nel corso deglianni. Dopo il basket ho fatto altri lavori e poi mi sono ritrovato dirigente in una grande azienda di informatica. Ma presto ho capito che non mi appassionava. Avevo già cominciato a insegnare italiano in corsi serali. Tornai all’università 2 anni per un master in italiano. E ho trovato lavoro per nove anni al Saint Mary’s College. Sono in pensione da un po’, vivo a Portland, ma continuo a insegnare alle serali”.
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