Intervistato sul “Corriere dello Sport”, il centro dell’EA7 Emporio Armani Milano Paul Biligha ha parlato della sua esperienza da capitano della Nazionale italiana: “Una gioia immensa. Ma devo dire che una volta entrato in campo non è che ci abbia pensato troppo. Lo prendo un riconoscimento a tutto quello che ho fatto da quando ho iniziato a giocare a basket”.
Biligha ha poi raccontato l’inizio del suo amore per la pallacanestro: “Mi piaceva fare sport e giocavo a calcio in Camerun quando avevo circa dodici anni. Ero nato a Perugia, dove i miei erano andati per studiare, poi decisero di tornare in patria. Sognavo di diventare il nuovo Roger Milla, un idolo da noi e anche un amico di famiglia. Ma con i piedi non ero troppo capace. Un giorno mi vide il selezionatore delle giovanili camerunensi: ero alto ma del basket non sapevo nulla. Mi convinse e lì è iniziato il mio percorso”.
Scoperto in questo modo lo sport che ha caratterizzato la sua vita, Biligha ha anche parlato del momento decisivo che gli ha dato la possibilità di diventare un professionista: “L’incontro con Pancotto. L’ho avuto prima ad Avellino, quindi a Cremona. Un tecnico eccezionale e un uomo favoloso. Mi ha capito, mi ha spronato quando le cose non andavano bene, convincendomi che potevo diventare un buon giocatore. Così è stato”.
Poi Paul ha indicato le sue ispirazioni in ambito cestistico: “Da ragazzo, quando ero a Firenze, mi ispiravo a Stonerook. Oggi è un mio compagno di squadra: Kyle Hines. È un libro di basket, per intelligenza e tecnica. Allenarsi con lui è come laurearsi in questo sport”.
Ora la testa è alla sfida contro la Georgia, fondamentale in ottica qualificazione ai Mondiali 2023: “Contro di loro abbiamo sbattuto la testa già a Brescia. Sono una squadra insidiosa e all’andata non c’era Shengelia. Sarà una partita difficile, su un campo dove ci sarà tanta gente a sostenere i nostri avversari. Vogliamo però portare indietro una vittoria. Ci proveremo”.
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