La GIBA ha effettuato uno studio fra i propri iscritti, sottoponendo questionari a giocatori militanti in Serie A, Serie A2, Serie B e a giocatrici militanti in Serie A1 e Serie A2, per un totale di oltre 150 atleti monitorati.
L’obiettivo dello studio è stato quello di quantificare l’incidenza della pandemia da Covid-19 in termini pratici, sui contratti degli atleti nelle ultime due stagioni.
Tale studio è uno dei pochi condotti a livello europeo ed è stato preso come riferimento nella metodologia da tante altre associazioni di atleti.
La percentuale di riduzione sofferta nella scorsa annualità sportiva 2019/2020, in relazione ai contratti in essere, è stata tra il 17% e il 21% fra i professionisti (Serie A) – mentre fra i dilettanti la media è stata del 23% negli uomini (Serie A2, Serie B ) e del 22,5% nella femminile (Serie A1 e Serie A2).
L’intesa di massima raggiunta tra Lega Basket e Associazione Giocatori in Serie A ha consentito tra i professionisti la salvaguardia dei contratti minimi e di quelli più bassi, che non hanno quasi per nulla subito variazioni peggiorative.
A livello monetario, le percentuali significano una riduzione numerica che fra i professionisti si può stimare in un totale di 3.683.000 euro mentre fra i dilettanti (A2 e B) la somma è di circa 8.190.000 euro e nella femminile (A1 e A2) di circa 1.672.000 euro.
Lo studio ha poi evidenziato che per la stagione in corso 2020/2021, la riduzione percentuale media sofferta tra i professionisti è del 23%, mentre tra i dilettanti e nella femminile è di oltre il 22%.
A livello monetario, le percentuali significano per il 2020/2021 una riduzione che fra i professionisti si può quantificare in circa 7 milioni e mezzo di euro mentre fra i dilettanti (A2 e B) la somma è di oltre 6 milioni e mezzo di euro e nella femminile (A1 e A2) di oltre un milione e ottocentomila euro.
Così ha commentato, in merito, il Presidente della Giba, Alessandro Marzoli: «Si tratta di numeri impressionanti, che danno la cifra di quanto i lavoratori della pallacanestro abbiano subito in termini economici l’effetto del Covid-19. Quando si parla di perdite e riduzione degli ingaggi non si deve pensare ai top player, ma alla maggioranza degli atleti che percepiscono cifre spesso nella norma e simili a quelle di altri settori occupazionali. È evidente che tutto il mondo della pallacanestro sia stato duramente colpito dalle conseguenze disastrose della pandemia, ma siamo convinti che la scelta di resistere insieme e fare squadra con tutti gli attori del basket nel momento di difficoltà sia la strada giusta per salvaguardare la pallacanestro italiana che, come tutto lo sport, ha un valore sociale per il Paese. La disponibilità e sensibilità dei giocatori e delle giocatrici in questo senso è stata assoluta e siamo orgogliosi della loro serietà».
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