Con il debutto della quinta stagione della Basketball Africa League (BAL) e due suoi ex giocatori protagonisti nella Final Four NCAA, il presidente della lega, Amadou Gallo Fall, non nasconde l’orgoglio. Il sorriso che indossa mentre parla di questo momento simbolico non è solo personale: è la testimonianza di un progetto che, in appena cinque anni, è riuscito a costruire ponti reali tra il talento africano e la scena globale del basket.
Khaman Maluach, centro dei Duke Blue Devils originario del Sud Sudan, e Rueben Chinyelu, lungo della Florida University proveniente dalla Nigeria, rappresentano la prova tangibile del lavoro della BAL e dell’NBA Academy Africa. Due giovani africani cresciuti nel sistema NBA del continente, oggi protagonisti nel più importante torneo universitario degli Stati Uniti.
Un segnale forte, che fa riflettere su quanto il modello africano possa diventare un esempio concreto per altri ambiziosi progetti globali. A partire da uno che inizia a prendere forma anche nei piani NBA: NBA Europe.
Un progetto nato nel cuore dell’Africa
Lanciata ufficialmente nel 2021 (dopo un rinvio causato dalla pandemia), la BAL è la prima lega professionistica co-organizzata dalla NBA e dalla FIBA al di fuori del Nord America. Con squadre provenienti da 12 nazioni e partite distribuite tra Senegal, Ruanda, Sudafrica e ora Marocco, la lega ha saputo crescere rapidamente nonostante le difficoltà logistiche e sanitarie iniziali.
«Cinque anni sono un bel traguardo», ha dichiarato Fall. «Abbiamo piantato semi anni fa, e ora vediamo i frutti. È una grande soddisfazione vedere due ex BAL giocare nella Final Four proprio il giorno in cui inizia la nostra nuova stagione.»
Una lezione per l’Europa?
Mentre la NBA studia la possibilità di espandersi con una lega europea, la BAL rappresenta già un laboratorio riuscito di quello che potrebbe essere NBA Europe. Ovviamente su basi di partenza molto diversi, a livello economico, culturale e cestistico. Un modello vincente basato su:
- Partnership con FIBA
- Infrastrutture locali valorizzate
- Sviluppo giovanile tramite le Academy
- Presenza sul territorio in più Paesi
- Narrativa e cultura legate all’identità regionale
«La chiave è stata la collaborazione con FIBA e l’impegno condiviso di far crescere il gioco ai massimi livelli», spiega Fall. «Se funziona in Africa, dove abbiamo dovuto costruire tutto da zero, può funzionare anche in Europa.»
In effetti, l’Europa, pur con un basket professionistico radicato, non ha ancora visto un’unica lega gestita secondo uno standard NBA. La frammentazione delle competizioni tra EuroLeague, campionati nazionali e coppe europee lascia spazio a una nuova proposta che possa unificare sotto un unico marchio internazionale. La BAL, in questo senso, ha dimostrato che si può creare una lega competitiva, inclusiva e sostenibile, con visibilità globale e connettività tra talenti, squadre e fan.
Da La Masia al continente: la lezione per i club europei
Nel pieno della controversia tra Dame Sarr e il FC Barcellona per la sua partecipazione al Nike Hoops Summit senza autorizzazione del club, il modello BAL offre un’alternativa chiara. Piuttosto che ostacolare la crescita dei giovani, li accompagna, li espone, li educa.
Proprio Sarr, come molti altri giovani, è alla ricerca di una visibilità internazionale che non sempre i club europei sono pronti a garantire. BAL ha dimostrato che talento, visibilità e sviluppo possono coesistere in un sistema ben strutturato, senza dover scegliere tra la crescita personale e gli interessi della squadra.
L’impatto culturale e sociale
Oltre agli aspetti sportivi, Fall sottolinea l’importanza sociale del progetto: «Per tanti ragazzi africani, questo significa poter sognare di diventare professionisti restando nel proprio continente. Non devono più ‘scappare’ per avere un futuro nel basket».
La presenza di giocatrici come Jana El Alfy, egiziana, titolare a UConn, testimonia anche la crescita del progetto femminile, altro pilastro della visione NBA per l’Africa e, auspicabilmente, per l’Europa.
Conclusione – Un futuro continentale per la NBA?
Con l’aggiunta del Marocco tra le sedi e l’espansione delle finali in Sudafrica, la BAL sta tracciando una rotta chiara: costruire, ispirare, globalizzare. Il successo del progetto africano è un invito a guardare avanti, verso un modello continentale replicabile.
NBA Europe, se nascerà, troverà nella BAL un modello collaudato. Un progetto nato nel silenzio e cresciuto con ambizione, capace oggi di produrre talenti per la NCAA, per la G League e per la stessa NBA. Un progetto che unisce sviluppo giovanile, basket d’élite e impatto sociale.
E nel momento in cui Khaman Maluach e Rueben Chinyelu si giocano l’accesso alla finale NCAA, l’intero continente africano guarda con orgoglio. E forse, anche l’Europa.
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