Andrea Trinchieri, dopo il ko con il Rytas nelle finali scudetto in Lituania, si è presentato in sala stampa per una conferenza colma di amarezza.
Dopo un’analisi del match si arriva alla considerazione sulla stagione: «Lo Zalgiris ha vissuto una stagione molto difficile, ricca di alti e bassi. A metà stagione abbiamo giocato bene, abbiamo ottenuto un risultato positivo in Eurolega, abbiamo vinto la coppa. È stato molto difficile tenere insieme tutti i pezzi. Siamo arrivati alla finale dopo una stagione difficile pensando che tutto quello che avevamo fatto prima avrebbe funzionato. Ma nella terza partita della semifinale abbiamo perso il nostro leader offensivo ed è stato un duro colpo».
Constatazione, non alibi: «Ma penso che avremmo potuto e dovuto fare molto di più. La lezione è molto semplice: accetterò tutte le critiche perché ho abbastanza esperienza. L’organizzazione deve imparare da questo per migliorare. Ho commesso molti errori durante la stagione, ma se non migliorassi sarebbe molto difficile. Creare una situazione stabile e buona è molto difficile. Dobbiamo capire cosa non ha funzionato per poter mostrare uno Žalgiris più forte».
SUL RISULTATO
«Non ho mai lasciato che il risultato definisse il mio lavoro. Sono venuto qui, ho fatto del mio meglio. Non esiste allenatore al mondo che possa garantire qualcosa. Solo impegno, professionalità e fare del proprio meglio ogni giorno. Abbiamo perso due tempi supplementari e un’altra partita per 1 punto. Non credo che sia stato dovuto alla motivazione, ma alla prestazione in campo. Se non sei motivato, perderai una partita per 10 o 15 punti: l’ho visto succedere un milione di volte».
SUL FATTO CHE LO ZALGIRIS NON PERDESSE UNA FINALE DAL 2010
«Penso al mio futuro ogni giorno. Nessuna partita o serie definirà chi sono».
SUL FUTURO
«Non sono importante in questo momento. Abbiamo appena perso una finale, “il corpo è ancora caldo”. Tengo molto allo Zalgiris. Sono venuto, ho cercato di dare una mano, ho fatto buone cose, ho commesso tanti errori, come ogni allenatore. Ma questo non è il momento adatto per parlare di me».
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