Andrea La Torre è pronto per la sua terza stagione con la Pallacanestro Cantù

In due anni a Cantù, Andrea La Torre ha saputo farsi apprezzare da tutto l’ambiente: dalla società, dai compagni di squadra e dai tifosi

In due anni a Cantù, Andrea La Torre ha saputo farsi apprezzare da tutto l’ambiente: dalla società, dai compagni di squadra e dai tifosi. Serietà, dedizione e un grande senso di appartenenza, sono state queste le principali caratteristiche che lo hanno contraddistinto nel suo vissuto in Brianza. Qualità, quelle citate in precedenza, purtroppo rare nel basket moderno. Come è anche raro vedere un giocatore nello stesso club per tre stagioni consecutive. Ed è quello che capiterà a La Torre, capitano della S.Bernardo-Cinelandia, quando metterà piede in campo per la prima volta nel campionato di Serie A 2020-’21. A quel punto, saranno tre i campionati che la possente ala nativa di Venezia – ma cresciuta nel viterbese – potrà annoverare con i prestigiosi colori biancoblù. Due, infatti, le stagioni in archivio con Cantù, dopo un passato nella rivale Milano, tra prestiti in giro per l’Italia e poche certezze. Ma a Cantù, oramai, Andrea sta benissimo, riuscendo probabilmente così a trovare nella città canturina quella stabilità che, in carriera, non era mai riuscito a trovare. E per un giocatore, questo, vale tanto.

Lanciato due stagioni fa da coach Nicola Brienza, che, una volta ereditata la panchina dal russo Evgeny Pashutin decise di schierare La Torre perennemente in quintetto titolare (trasformandolo in un ottimo difensore), l’ala ha poi ricevuto, la scorsa estate, un ulteriore e importante attestato di stima da Cantù, ovvero la nomina a capitano. Una decisione, vista l’età (all’epoca della scelta, di anni, Andrea, ne aveva solo 22), che ha portato l’autostima del giocatore a livelli importanti, aiutandolo a crescere sul campo, nel rapporto con i compagni di squadra e, cosa più significativa di tutte, come uomo.

Da capitano, La Torre ha disputato una stagione positiva sia dentro sia fuori dal campo, caricandosi anche di responsabilità. A volte persino eccessivamente, con molta autocritica, figlia di una grande umiltà ma anche di una gran voglia di migliorarsi continuamente. «Potevo e dovevo fare di più», questa è stata la frase più ricorrente pronunciata dal capitano nel corso degli ultimi mesi, da quando il campionato è stato bruscamente interrotto causa Covid-19.

Adesso, però, per la stagione 2020-’21, La Torre ha tutta l’intenzione di rifarsi, mettendo da parte le critiche rivolte a sé stesso, tramutandole in fatti. Per ripartire il prossimo anno, la Cantù di coach Cesare Pancotto avrà bisogno anche del suo capitano.

Fonte: pallacanestrocantu.com.