Autore una grande prova nella rimonta dell’Openjobmetis Varese ai danni dell’Umana Reyer Venezia, Marcus Keene è stato protagonista di un approfondimento curato da Fabrizio Fabbri sul “Corriere dello Sport”. Il classe 1995 nativo di San Antonio si è acceso al termine del terzo periodo, siglando un 4/4 da tre punti che ha sportivamente annichilito gli avversari. Alla fine, ha concluso con 27 punti con 6/8 dai 6,75, 1/3 da due punti, 7/8 ai liberi e 3 assist.
Dopo aver trascorso parte della gioventù con il padre in Germania, Marcus ha mosso i primi passi cestistici a San Antonio, ammirando i successi degli Spurs in NBA: “Non tifo per loro, ho un gran rispetto per la storia che hanno scritto ma niente di più”. Ad ispirarlo sul campo però non è Tony Parker quanto Allen Iverson, uno che nonostante il fisico ce l’ha fatta a diventare una stella della NBA: “Avrei voluto il numero 3, il suo, qui a Varese. Lo aveva Kell, allora ho scelto il 45”.
Alla high school, Keene aveva subito mostrato il proprio talento straordinario nel fare canestro, diventando il miglior realizzatore di sempre della Earl Warren High School di San Antonio con oltre 1600 punti a referto. Successivamente, ha completato il percorso collegiale tra Youngstown State e Central Michigan, siglando anche una partita da 50 punti e 10 triple il 21 gennaio 2017. Dati i soli 175 cm di altezza, tuttavia, la NBA gli ha sbarrato i cancelli, costringendolo così ad un lungo viaggio partito da Cagliari in Serie A2 e proseguito tra Corea del Sud, Taiwan, Estonia, Slovenia (precisamente al Cedevita Olimpija Ljubljana in cui aveva iniziato l’annata corrente). Ora a Varese il suo compito è quello di trascinare l’Openjobmetis verso la salvezza.
Infine, Marcus tende ad autodefinirsi così: “Sono sempre stato un bambino basso ha sempre detto lui. Ma la gente mi guardava con ammirazione, quindi non sono mai stato vittima di bullismo o cose del genere. Sapevano che ero e rimango un duro”.
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