Alessandro Magro, coach della Pallacanestro Brescia, commenta così la fine della stagione dopo lo 0-3 con Olimpia Milano: «Non è una conferenza stampa facile. Complimenti a Milano che ha giocato una serie con solidità da grande squadra. E’ arrivata con gerarchie chiare, rotazioni chiare, con merito hanno trovato percentuali altissime. I grandi campioni quando conta fanno le cose che servono».
«Al netto della partita, dell’amarezza nel chiudere una stagione bellissima. Ho il groppo in gola. Svegliarsi domani mattina e non avere qualcosa da preparare, fa girare abbastanza le scatole. E’ un mio difetto, troveremo il modo di rigenerarsi».
«Orgogliosi di quello che ha fatto la squadra. Abbiamo riacceso l’entusiasmo della gente, per come abbiamo anche affrontato le difficoltà».
«Pensiamo all’esperienza di questi tre anni, alla crescita di tutti, del club. Come ho detto ai ragazzi sono davvero orgoglioso di avervi dato tutto questo e averlo ricevuto».
«Mi auguro che questo possa essere un altro check point. Salviamo questa stagione con ricordi incredibili. La mia analisi è abbastanza appannata, questo è un gruppo che avrei voluto allenare ancora, e ancora, e ancora».
«Nella famosa diatriba del duopolio, mi sono sempre schierato tra quelli che dicono che fa bene al basket italiano. Spinge a fare meglio, ad accorciare la distanza. Sono state tre partite dove il gap si è visto. Puoi battere Milano o Bologna in una partita, in una serie non è impossibile ma diventa molto difficile».
«Siamo partiti il primo anno per tornare sulla cartina, poi per consolidarci nel secondo, infine nel terzo per stare le migliori del campionato. Se c’è la volontà di restare su questo passo, sul tornare in Europa, non si può prescindere da investimenti e programmazione. Poi serve un po’ di sana follia».
«Sapete quanto io sia legato a questo posto. E’ una creatura che è cresciuta insieme a me. Ovvio che io sia estremamente legato. La mia volontà è esserci ancora e riprovarci ancora. Ogni anno dai un colpo, la roccia non si spezza, ma tu vai avanti. In tre anni abbiamo vinto un titolo, mi sento bresciano, voglio restare ma, ovvio, sono ambizioso. Spero che tutti sia sia ambiziosi per provare a continuare avanti in quella direzione».
Se qualcuno busserà alla porta sarà motivo di soddisfazione. Però ho iscritto mio figlia alle medie a Brescia. Sto bene qua, mi sento davvero legato a questo posto».
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