Un impatto letteralmente devastante di Rayjon Tucker “The Flight” con la canotta orogranata della Reyer. Un giocatore entusiasmante che per le sue giocate spettacolari e il suo atteggiamento in campo ha conquistato in breve tempo tutti i tifosi veneziani. L’intervista a “Tuck” a 48 ore dalla partita di Sassari con la Dinamo.
“Approcceremo a questa partita come dobbiamo fare sempre. Quindi entrando in campo con un atteggiamento buono, con la nostra difesa giocando la nostra pallacanestro, mettendo il corpo giocando duro. Sicuramente sarà un match tosto, ma andremo lì per fare la partita”.
Troverà a Sassari un palazzetto molto caldo.
“Non ci sono mai stato, ma il fatto che Marco Spissu è il grande ex della partita sarà ancora più caldo. In realtà noi abbiamo sempre giocato in ambienti caldi in trasferta, per cui saremo pronti anche per questo”.
Lei ha giocato la Summer League con Kabengele. Che giocatore è il suo nuovo compagno?
“Sono molto contento del suo arrivo perché si adatterà bene al nostro sistema e al nostro gruppo. Ho fatto con lui il training camp con i Los Angeles Clippers quando Kabangele era stato scelto al draft”.
Cosa pensa del nostro campionato?
“Penso che sia una lega molto competitiva dove tutti possono batte tutti. Il fatto di essere ora primi in classifica ci impone di avere ancora più concentrazione e unione perché contro di noi le squadre avversarie si prepareranno in maniera dettagliata. Stiamo lavorando nella direzione giusta, e credo che questo gruppo è pronto per fare un ulteriore step in più e magari raggiungere qualcosa di importante”.
Le differenze tra LBA ed EuroCup.
“Abbiamo avuto alti e bassi dal punto di vista delle assenze soprattutto in EuroCup dove è mancato il cambio do Tessitori ed ha pesato la faccenda legata a Bruno Caboclo. Talvolta abbiamo giocato delle partite dove non eravamo al top. Sappiamo bene quanto è duro giocare in Europa e altrettanto il nostro girone. Noi scendiamo in campo sempre per vincere ma non sempre ci riusciamo”.
In pochi mesi ha avuto un impatto devastante dal punto di vista tecnico e di leadership. Si aspettava una cosa del genere in una nuova realtà come quella europea?
“Posso dire che il campo rispecchia anche la mia personalità fuori. Nel senso che me lo sarei aspettato, ma anche no perché poi non si sa cosa può accadere in un stagione. Però io ho solo in testa di vincere, dagli allenamenti alle partite e faccio tutto quello che posso per aiutare la mia squadra. Sono fatto in questo modo, sono molto competitivo e una persona positiva. Amo la pallacanestro e amo divertirmi con la pallacanestro; per me il divertimento e il successo vanno di pari passo. Sicuramente metto tutto quello che ho nel basket e nell’amore che ho per il gioco e per la mia squadra”.
La schiacciata, delle sue tante fatte, che preferisce.
“Quella con Brescia contro Cobbins è sicuramente la schiacciata più bella della mia carriera. Ricordo però con grande piacere quella fatta a Treviso su Camara e poi quella in contropiede sempre a Treviso”.
In poco tempo è diventato anche l’idolo dei tifosi più piccoli. Che spinta le dà questa cosa?
“È uno dei motivi per cui giochiamo a pallacanestro. Perché essere un buon esempio, fonte di ispirazione per i bambini e le generazioni future a noi atleti ci dà un senso di responsabilità perché dobbiamo sempre avere gli atteggiamenti giusti e fare vedere come ci si comporta. Questo consapevolezza del senso responsabilità l’ho avuta fin da giovanissimo, avendo un fratello più giovane di me dovevo fare vedere come ci si comporta in campo e fuori: è una cosa che sento dentro. Ovviamente riempie il cuore di gioia sapere che dei bambini guardano le mie giocate”.
Quale è il giocatore a cui si è ispirato maggiormente?
“Escludendo Michael Jordan. Io sono cresciuto guardando Kobe Bryant, Tracy Mc Grady, Russell Westbrook e logicamente LeBron James per il suo quoziente intellettivo e quello che ha dato il gioco. Sicuramente questi quattro giocatori hanno aumentato il mio amore per il basket”.
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