Ancora una volta, l’Umana Reyer è tornata in cattedra. Non metaforicamente su un parquet, ma letteralmente in un aula universitaria. Ripetendo le simili esperienze proposte con successo in passato anche a Ca’ Foscari, il responsabile marketing della società orogranata, Paolo Bettio, ha tenuto all’Università di Padova una lezione sul Progetto Reyer rivolta agli studenti del corso di studi di Strategia e marketing del professor Alessandro Di Paolo.
Nell’incontro, che ha registrato la partecipazione di una numero di studenti numeroso e interessato, Bettio ha iniziato l’esposizione partendo dal racconto della filosofia Reyer e della mission societaria, ispirata a quella dei padri fondatori, Costantino Reyer e Pietro Gallo, i quali inquadravano la pratica sportiva come valore decisivo per la formazione dell’essere umano. Non a caso, si è sottolineata anche la coerenza con il codice etico del Gruppo Umana, di cui Reyer è parte integrante, che mette sempre in primo piano il rispetto della persona.
Come sempre, un focus particolare è stato quindi dedicato alle tematiche sociali e soprattutto ai giovani: dal minibasket ai progetti scuola, dalle società del settore giovanile alla Reyer School Cup, passando per i diversi progetti come Reyer Baby, Reyer City Camp e tornei di basket all’aperto, mirando alla partecipazione del territorio e al coinvolgimento anche di chi non è appassionato di basket. Ci si è quindi concentrati sui temi coerenti al corso di studi in argomento, presentando l’approccio marketing oriented delle varie iniziative sviluppate nel corso degli anni, concludendo infine con il racconto del coinvolgimento degli sponsor e dell loro sostegno al Progetto Reyer, a testimonianza del grande senso di appartenenza e della volontà di continuare ad investire sui valori orogranata.
Nell’appuntamento padovano, ad affiancare Bettio, per la prima volta, è stata Roberta Meneghel, entrata di recente all’interno della struttura dell’ufficio marketing dell’Umana Reyer dopo le precedenti esperienze in orogranata, prima come giocatrice e poi nel ruolo dirigenziale di team manager della prima squadra femminile. “All’interno della presentazione del mondo Reyer e della struttura di marketing in particolare – spiega – ho raccontato la mia storia, potendo proporre una visione della società e della pallacanestro a 360 gradi, per far capire davvero ai ragazzi tutto quello che c’è dietro una partita di basket. Al riguardo, devo dire che ho riscontrato da parte loro grande attenzione e partecipazione, notando anche con piacere una platea prevalentemente femminile. Spero infatti che aver visto come si è inserita una donna come me all’interno di un mondo di un certo livello relativo a uno sport considerato prevalentemente maschile possa spingere molte a convincersi di poter provarci anche loro”.
Meneghel, intanto, ha lasciato agli studenti alcuni insegnamenti. “A loro ho sottolineato prima di tutto che non è una frase fatta, ma la assoluta verità, dire che lo sport è una palestra di vita. Le sfide che si affrontano in campo le si ritrovano in tutti i giorni della nostra vita, sia al lavoro che in famiglia. E poi, pensando alla mia esperienza, ho provato a trasmettere l’idea del lavoro di squadra: se ognuno mette il suo mattoncino, sicuramente i risultati arrivano. Sono convinta che sia stato quanto ho imparato in campo al riguardo a permettermi di inserirmi al meglio in un team come quello del marketing Reyer, insieme alla convinzione che ogni minuto, a qualsiasi età, si può imparare qualcosa. Il rispetto delle opinioni altrui e la competitività, sempre con un sano fair play, sono chiavi secondo me fondamentali. Quanto a Reyer, avendola vista da prospettive tra loro molto diverse, devo dire che anche nel marketing la vera forza sono i valori di base della società: la passione e soprattutto la voglia di includere in un unico ambito le varie sfaccettature della società. Non a caso, il Progetto Reyer inizia con il Reyer Baby, cercando di avvicinare fin dalla culla i giovani al mondo dello sport e in particolare a quello orogranata, proseguendo poi passo dopo passo, tra iniziative giovanili e di vera inclusione sociale”.
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