A Barcellona, l’Olimpia affronterà “mes que un club”

Ciamillo-Castoria
Ciamillo-Castoria

La sfida è in programma venerdì alle 20.30 al Palau Blaugrana

È scritto dappertutto. È scritto anche sulle tribune del Camp Nou, lo storico stadio sottoposto ad una recente ristrutturazione, del Football Club Barcelona. Lo slogan è “mes que un club”, in catalano. Un mantra che, se fosse stato ideato oggi, sarebbe un hashtag. Il club venne fondato nel 1899 da Joan Gamper, uno svizzero che il club onora dal 1966 con un trofeo prestagionale che precede l’inizio della stagione calcistica. Lo slogan invece nacque nel 1968 grazie a Narcis De Carreras nel discorso con il quale accettò l’elezione come presidente del club. A quei tempi, di democrazia soppressa, sotto la dittatura di Francisco Franco, De Carreras volle sottolineare che il Barcellona non rappresentava solo una società sportiva di altissimo livello ma un simbolo di identità per l’intero popolo catalano. “Mes que un club”, appunto. Oggi la Spagna è ovviamente diversa, ma lo slogan resta, e il Barcellona continua ad essere un simbolo di orgoglio per la nazione catalana. In realtà, la frase di Carreras passò relativamente inosservata ai tempi e secondo gli storici il concetto che ispirò De Carreras risaliva addirittura al 1933 quando in una lettera inviata ai soci il club menzionava come fosse una missione quella di rivelarsi qualcosa di più che un club sportivo e proprio per questo doveva essere rappresentato con onore ai livelli agonistici più alti. Lo slogan rilanciato da De Carreras dopo cinque anni venne usato in una campagna pubblicitaria e da quel momento integrato nella cultura locale.

Come il Real Madrid, anche il Barcellona appartiene ai soci, 144.000, che eleggono il presidente, attualmente Joan Laporta. Anche se il club è famoso in tutto il mondo per la sua squadra di calcio, nella quale hanno giocato alcuni dei più grandi campioni della storia da Diego Maradona e Ronaldo fino a Lionel Messi e lo squadrone attuale che sta capeggiando la Liga, il Barcellona è una vera polisportiva. In questo senso è molto più grande del Real Madrid che in realtà si occupa di due discipline sportive, mentre il Barcellona è attivo oltre che nel calcio e nel basket anche nella pallavolo, nell’hockey su pista, nel calcio a cinque, nel rugby.

I tifosi del Barcellona – ecco un altro aneddoto – sono chiamati Cules. Le origini del soprannome risalgono addirittura agli anni ’10 del secolo scorso. A quel tempo, il Barcellona giocava nello stadio di Escopidora nella Calle de la Industria. L’impianto non era abbastanza grande per accogliere tutti i tifosi, così molti di loro si sedevano in cima, sul muro che divideva il campo dalla strada. La gente che passava davanti allo stadio durante le partite vedeva così il fondoschiena dei tifosi appollaiati sul muro. Da lì la definizione di “Cules” (in castigliano), “Culers” (in catalano) che è rimasta incollata.

 

La sezione basket del Barcellona venne fondata nel 1926, quindi dieci anni prima dell’Olimpia, ma cominciò a partecipare al campionato spagnolo solo nel 1940 e vinse il primo titolo nel 1959. Da allora ne ha conquistati 20, gli ultimi due con Nikola Mirotic in squadra (MVP nel 2023). Di titoli europei ne ha conquistati due, l’ultimo risale al 2010, a Parigi. Il primo invece fu conquistato in casa battendo in finale la Benetton Treviso guidata da Ettore Messina. Le Final Four si giocarono al Palau St. Jordi sulla collina del Montjuich, raggiungibile con una scalata anche a piedi dalla “Fira” di Barcellona. Si tratta di un complesso storico che ospitò le memorabili Olimpiadi del 1992. Nello stadio si disputarono le gare di atletica leggera.

 

Anche se adesso il basket è scomparso da Montjuich e lo stesso Barcellona usa per le sue gare interne il Palau Blaugrana, praticamente nel parcheggio del Camp Nou, St. Jordi è un luogo che ha una storia cestistica importante. Ad esempio ha ospitato gli Europei del 1997 in cui l’Italia vinse la medaglia d’argento cedendo solo alla Serbia. Anche lì era allenata da Ettore Messina. E lo stesso Messina vinse a St. Jordi la sua prima Eurolega, quella del 1998, sconfiggendo in finale l’AEK Atene.

L’Olimpia ha incontrato il Barcellona 29 volte nella sua storia, abbastanza poche se consideriamo che in coppia i due club vantano un percorso lungo quasi 190 anni. La prima volta incrociarono i guantoni solo nel 1987 nella Coppa Intercontinentale di Milano. Il Barcellona vinse 102-91. Fu il battesimo di Franco Casalini come capo allenatore, mentre Dan Peterson era in tribuna a commentare la gara in televisione. Le due squadre si ritrovarono però in finale e l’Olimpia si prese la rivincita 104-94. In quella stagione avrebbe vinto la Coppa dei Campioni e incontrò il Barcellona altre due volte, perdendo al Palau e vincendo a Milano. Il Barca però non arrivò alle Final Four di Gand.

 

In tutto l’Olimpia ha vinto cinque volte a Barcellona: la prima fu nella stagione 1991/92 quando Milano tornò alle Final Four; la seconda nella stagione 2005/06; poi è successo nel 2017/18 quando Dairis Bertans centrò il jumper dalla media della vittoria; infine, due volte nell’era più recente del club, nel 2021/22, 75-73, e l’anno passato 90-86. Ovviamente il ricordo più doloroso risale ad una gara in campo neutro, la semifinale di Colonia 2021, quel tiro di Kevin Punter respinto dal ferro e quello di Cory Higgins che privò l’Olimpia della finale di EuroLeague.