Il dissenso cova, sempre di più, nel campionato di Serie A2. Al centro del contendere l’ulteriore visto concesso dal CONI ai club indotti a rinunciare alle prestazioni di un giocatore straniero sprovvisto di Green Pass Rafforzato secondo le attuali regolamentazioni.
Come noto, la normativa PER ORA vigente, non permette a tale tesserato di scendere in campo in un campionato dilettantistico, a differenza di quanto accade nel professionismo di Serie A.
Ma andiamo con ordine. Ieri Sportando annuncia l’accordo in arrivo tra la Pallacanestro Cantù e Zack Bryant. E’ lui il prescelto per sostituire Roberto Johnson, salutato proprio per la sua volontà di non aderire alla campagna vaccinale.
Così la Provincia oggi in edicola: «Cantù, tra l’altro, ha potuto scegliere con un margine più ampio, dopo aver ricevuto dal Coni parere favorevole in merito alla domanda – inoltrata dalla Fip – sulla possibilità di avere un altro visto lavorativo, in quanto ha dovuto perdere un giocatore no vax per cause di forza maggiore».
Lo stesso varrebbe, ad esempio, per Forlì, in cerca di un sostituto per Kenny Hayes.
Una decisione indubbiamente forte quella del CONI, se pensiamo alle parole del presidente FIP Gianni Petrucci, concesse solo il 14 gennaio scorso al Messaggero: «Capisco la posizione di Cantù, perché si crea eventualmente la necessità di un visto per un altro giocatore straniero, ma i visti hanno un limite».
Gli stessi consiglieri della LNP si sarebbero espressi con voto contrario due settimane or sono. Ora, secondo quanto appreso da Sportando, almeno 16 club di A2 avrebbero sottoscritto un ricorso avverso la decisione del CONI, minacciando in ultimo atto di arrivare sino al TAR.
Inevitabili i timori di ripercussioni sul campo. Nel caso di accoglimento del ricorso delle società (che nel frattempo starebbero salendo di numero, da 16 a 22 unità, una vera e proprioa movimentazione di massa), come verrebbero considerati i risultati con il “visto ulteriore” in campo?
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