5 domande a… Xavier Sneed: La vittoria contro Bologna può essere la svolta della nostra stagione

Ciamillo-Castoria
Ciamillo-Castoria

Tra campionato e coppa l'esterno da Kansas State sta segnando 13.9 punti di media con 4.3 rimbalzi e 2 assist

Dopo esser stato uno dei protagonisti del successo dell’Happy Casa Brindisi, Xavier Sneed è stato il protagonista settimanale della rubrica “5 domande a…”

 

Avete interrotto una striscia di otto sconfitte consecutive battendo la capolista Virtus Segafredo Bologna. Pensi che una vittoria di questo calibro possa essere il ‘click’ per svoltare la vostra stagione?

Decisamente. Venivamo da un cammino difficilissimo, tanti infortuni e un’altra serie di fattori che hanno compromesso il nostro inizio. Vincere contro una squadra del genere può essere la svolta, ritornare con il roster al completo è stata un’altra notizia importante, perciò possiamo prendere una direzione con tendenza positiva. Il coach ha una visione sempre positiva delle cose, anche lui sapeva benissimo quanto fosse stato duro il nostro momento, ma ci crede tanto quanto noi e ci chiede di dare il massimo affinché le cose cambino. La vittoria di domenica ha mostrato in realtà quale tipo di valore ha la squadra e cosa possiamo ottenere se gira tutto nel verso giusto.

Questa è la tua prima esperienza oltreoceano dopo un paio di anni trascorsi tra la NBA e la G-League. Come valuti personalmente questi primi mesi da giocatore della Happy Casa Brindisi e da abitante della città?

Innanzitutto mi piace molto essere qui, l’esperienza in generale la sto vivendo molto bene. Sto cercando di dare tutto quanto e di tenere dentro tutti gli insegnamenti che sto ricevendo. In questo momento Brindisi è la squadra adatta alle mie esigenze, così come la città e i tifosi. Loro sono incredibili, mi trattano quasi come se fossi un Dio, ma io sono solamente una persona normale che prova a dare tutto ciò che ha; il supporto che danno ai miei compagni e a tutta la squadra è qualcosa di veramente grande.

Tra i più giovani sei considerato un idolo sia per il tuo stile di gioco sia per il tuo atteggiamento sempre propositivo. Come ci si sente ad essere un’ispirazione per le future generazioni e cosa senti di dover consigliare loro?

È quello che ho sempre voluto essere o quantomeno ciò che ho sempre cercato di fare. Essere un punto di riferimento, mostrare quale sia la strada giusta da percorrere; parlo tanto, ma lo faccio per dare l’esempio e di questo sono sempre andato fiero perché cerco di insegnare, di trasmettere le mie esperienze. Ai più giovani dico di essere sempre nel posto giusto, di stare con i piedi per terra e godersi il momento. È così che si va avanti, è così che si impara, è così che si migliora giorno dopo giorno e si può avere una lunga carriera. Ascoltare sempre i consigli, metterli in pratica e proseguire  sempre nella direzione giusta.

Al liceo eri un promettente ricevitore di football americano, però sei diventato un giocatore professionista di pallacanestro. Quando hai deciso o capito che il basket sarebbe stata la tua prima scelta?

Ho sempre saputo che la pallacanestro sarebbe stata la mia prima scelta. Giocavo al liceo anche per migliorare la mia condizione fisica, per testarmi e perché mi piace come sport, ma il basket è sempre stato nel mio cuore e ha sempre fatto parte della mia vita. Ho lasciato il football americano durante il mio senior year, perché volevo concentrarmi sulla pallacanestro e dare la priorità a quello che sarebbe stato sicuramente lo sport in cui avrei avuto più soddisfazioni.

Tra videogiochi, anime e musica, chi è Xavier Sneed fuori dal palazzetto e qual è la sua routine prepartita?

Fuori dal campo sono decisamente un “malato” di anime, li guardo tutti quanti. Solo nell’ultimo mese credo di averne iniziati e finiti cinque diversi, per dare l’idea di quanto mi piacciano. Amo anche giocare ai videogiochi: durante le vacanze o quando ho tanto tempo a disposizione mi piace passare del tempo davanti a Call Of Duty, decisamente un modo in cui passerei ore della mia giornata. Mi posso definire come un bambino cresciuto [ride, ndr]. Prima di ogni partita invece mi prendo del tempo per dormire, mi preparo un sandwich con burro d’arachidi e marmellata, ascolto musica specialmente le canzoni di Jay-Z. Naturalmente guardo un anime, soprattutto le scene in cui ci sono i combattimenti perché mi danno una carica incredibile prima della partita e mi gasano in vista di quello che potrò fare sul parquet.