Reduce dalla sua miglior prestazione in Serie A UnipolSai 2023/24 da 20 punti e 25 di valutazone contro la Dolomiti Energia Trentino, Breein Tyree è stato il protagonista settimanale della rubrica “5 domande a…”
Dopo un periodo complicato, Sassari ha trovato due vittorie cruciali tra Basketball Champions League e Serie A UnipolSai. Come ti senti in questo momento e quale tipo di supporto senti da parte della tifoseria?
Io mi sento bene ovviamente! La squadra è felice di aver ottenuto due vittorie così importanti, perché era ciò che ci serviva per rimettere la nostra stagione sui binari giusti. I tifosi erano giustamente delusi dai risultati, ma non hanno mai smesso di supportarci e così stanno facendo tutt’ora dopo i recenti successi. Siamo tutti contenti di poter dare loro qualcosa per cui festeggiare.
C’è qualcuno in squadra, tipo capitan Gentile o coach Bucchi per esempio, che ti ha parlato dell’importanza di indossare questi colori ed essere parte della tradizione sarda? Ti piace vivere a Sassari?
Non appena sono arrivato in Sardegna ho subito capito quanto fosse radicata profondamente la tradizione e l’appartenenza alla città e alla squadra. Infatti essere partiti con il piede sbagliato ha dato a me e ai miei compagni motivo per essere dispiaciuti, perché una piazza del genere non meritava risultati di questo tipo. Da ora in poi, anche grazie alle buone cose prodotte nelle ultime settimane, terremo conto del loro sostegno e cercheremo di non deluderli più facendo funzionare tutto al meglio.
Hai un ricordo particolare della tua carriera prima di diventare professionista? Aver giocato in squadra con Karl Anthony Towns al liceo per esempio o aver trascinato il tuo college al torneo nazionale NCAA nel 2019?
Una delle più grandi svolte della mia carriera è stata sicuramente la partecipazione al torneo NCAA durante il mio junior year al college. L’esperienza della March Madness è qualcosa di irripetibile e sognavo da sempre di riuscire a raggiungere quell’obiettivo, perciò quando sono riuscito a giocarla ho sentito di aver esaudito uno dei miei desideri più grandi.
Sappiamo che uno dei tuoi hobby è giocare a golf. Saresti in grado di battere Stephen Curry in una partita di golf? Hai già affrontato qualche altro giocatore di pallacanestro in una sfida a chi è più bravo sulle diciotto buche?
Il golf è decisamente il mio sport preferito dopo la pallacanestro. Non credo di essere ancora bravo abbastanza da battere Stephen Curry, ma sono certo che un giorno potrò farcela. Il mio migliore amico è Wade Baldwin IV (giocatore del Maccabi Tel Aviv, ndr) e con lui mi dedico spesso al golf: giochiamo parecchio, ci sfidiamo e ci alleniamo durante tutta l’estate.
Non sei l’unico sportivo professionista nella tua famiglia, perché tuo cugino David è un ex giocatore della NFL famoso per la storica “presa sull’elmetto” durante il Super Bowl vinto nel 2008 dai New York Giants. Hai mai pensato di diventare un giocatore di football americano invece che un giocatore di basket?
Sì, quando facevo il liceo effettivamente giocavo a football americano nel ruolo di quarterback, ma dentro di me sapevo che la pallacanestro sarebbe diventata lo sport in cui avrei potuto ritagliarmi una carriera da professionista. Più salivo di livello con il football e più incontravo spesso giocatori piazzati meglio fisicamente, più forti e grandi di me, perciò ogni colpo che prendevo faceva sempre più male così ho deciso di dedicarmi nuovamente alla pallacanestro. Sentivo di poter avere una carriera decisamente più lunga e duratura senza rischiare di infortunarmi gin maniera seria. Il calcio, tuttavia, è stata la mia primissima passione e nel momento in cui ho smesso di giocarci allora sono passato al basket.
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