EuroLeague, l’espansione e gli interessi di Dubai. Saranno 24 squadre?
EuroLeague valuta l’allargamento del roster nelle prossime stagioni. Lo ha raccontato il CEO Marshall Glickman nel corso del podcast “The Crossover”, lo pretende il coinvolgimento dei ricchi investitori di Dubai
EuroLeague valuta l’allargamento del roster nelle prossime stagioni. Lo ha raccontato il CEO Marshall Glickman nel corso del podcast "The Crossover", lo pretende il coinvolgimento dei ricchi investitori di Dubai, e l’espansione della massima competizione continentale in Medio Oriente.
Lo stato dell’arte
Non è un mistero, le conferme sono molteplici: gli imprenditori di Dubai avrebbero richiesto una licenza pluriennale già per la stagione 2023-2024. Ma alle ritrosie di un mondo che si vorrebbe ancora legato alle storiche arene continentali e alla tradizione, si somma una "mancanza" di posti liberi.
Calcolo semplice. 18 le squadre dell’attuale roster, di queste 12 hanno licenza pluriennale. 13 in realtà, visto che attualmente il Cska è fuori dalla competizione ma ha comunque conservato il suo posto nell’Assemblea.
Poi c’è l’Alba, che in estate vedrà scadere la sua wild-card biennale. Il mercato di Berlino è importante, e per molti la decisione del 2021 era viatico ad un inserimento in pianta stabile. Infine, due posti almeno vanno concessi a squadre di EuroCup oltre ad eventuali "confermate sul campo" come il Monaco.
Insomma, gli spazi scarseggiano, anche perchè con il tempo Paris Basketball e London Lions chiederanno un loro spazio, esattamente come la Virtus Bologna della multinazionale Segafredo, senza dimenticare lo Zenit, che sino allo scoppio della guerra era papabile di licenza pluriennale.
Oggi come oggi, i mercati tagliati fuori da EuroLeague, oltre a Dubai, sono Portogallo, Irlanda, Regno Unito, Belgio, Olanda, Polonia, Scandinavia e Repubblica Ceca, senza dimentica il "ban" bellico alla Russia.
Ecco dunque una possibile espansione. Glickman ha dettato le linee guida: due conference, gare di andata e ritorno tra le squadre dello stesso girone, una sfida con quelle dell’altro.
EuroLeague Basketball difficilmente farà scendere il numero delle gare, attualmente 34 a squadra. Questo permetterebbe di arrivare sino a 24 squadre, divise in due gironi da 12. Ogni squadra giocherebbe così sempre 34 gare: 22 con le avversarie della propria conference, 12 con le altre (interconference, sul modello del baseball).
Ora giochiamo
Facciamo allora un gioco. Proviamo ad immaginarci un’Europa senza guerra, dunque con Cska e Zenit nuovamente in gioco. E il Monaco che si confermerebbe in zona playoff, e dunque anche nella prossima edizione. Poi velocizziamo tutto, e portiamo in campo anche le future, potenziali licenze a Berlino, Dubai, Parigi, Londra e Bologna.
Le licenze pluriennali sarebbero quindi 18. Con il Monaco e lo Zenit saliamo a 20, due posti per l’EuroCup (oggi le capoliste, una per girone, sono Badalona e Ankara) e siamo a 22, uno per l’Aba Liga ed eccoci a 23, e teniamoci una realtà accattivante come il Partizan. 24.
Poi creiamo le due conference, utilizzando il concetto NBA: Western e Eastern. Ecco il risultato.
Ovest: Barcellona, Real, Baskonia, Asvel, Bayern, Olimpia Milano, Alba Berlino, Paris Basketball, London Lions, Virtus Bologna, Monaco, Joventut Badalona
Est: Fenerbahce, Olympiacos, Efes, Maccabi, Panathinaikos, Dubai, Zalgiris, Cska, Ankara, Stella Rossa, Partizan, Zenit
Ovviamente, lo ribadiamo, è solo un gioco. I gironi potrebbero anche non essere forzatamente territoriali, ma partire da un ranking o da logiche di “non confronto” tra squadre dello stesso paese. Anche se i “derby”, si sa, riempiono i palazzetti.