Basket e gioco: i campioni con la passione per il tavolo verde

Tutti noi amiamo il basket per la sua intensità, per le sorprese e i continui capovolgimenti di fronte

Tutti noi amiamo il basket per la sua intensità, per le sorprese e i continui capovolgimenti di fronte, per le storie di vita che stanno dietro ai giocatori e per l’adrenalina che inizia a scorrere ogni volta che viene alzata la palla a due. Un’adrenalina molto simile a quella che si prova davanti al tavolo verde della sala da gioco e del casinò. Non per niente moltissime stelle del recente passato della pallacanestro hanno dichiarato la loro passione per discipline come la roulette, le carte e simili. È il momento di scoprire i più famosi.


La roulette nell’immaginario comune è il gioco simbolo del casinò ed è anche una delle discipline più amate dal giocatore che molti continuano a identificare come l’icona del basket NBA: Michael Jordan. Dell’ex numero 23 dei Chicago Bulls, personaggio tra i più competitivi della storia dello sport (basta recuperare il documentario "The Last Dance" per capire di cosa stiamo parlando) sono noti anche l’amore per il poker e per il gioco dei dadi. Una passione così grande che l’ha portato, nel 1993, a sedersi ai tavoli la notte precedente a una gara di playoff contro i New York Knicks.


Sportivamente coetaneo di MJ e oggi apprezzatissimo opinionista sportivo, Charles Barkley non ha mai negato il suo amore per il gioco con una particolare predilezione per il blackjak. L’ex ala, Mvp della stagione 1993 in maglia Phoenix Suns, ha spesso parlato della sua passione e delle sue lunghissime partite nei più bei casinò di Las Vegas. Il tutto sottolineando l’importanza di giocare sempre in maniera responsabile e senza esagerare.


In tempi più recenti i parquet americani sono stati calcati da uno dei giocatori (e dei personaggi), più indecifrabili in assoluto: J.R. Smith. Campione NBA con le canotte dei Cleveland Cavaliers e dei Los Angeles Lakers, sempre al fianco di LeBron James, Smith nel corso della sua carriera è stato protagonista di moltissimi episodi inspiegabili dentro e fuori dal campo. E non c’entra niente la sua passione per giochi come il poker, le slot machine e i casinò in generale. Probabilmente J.R. ha collezionato il record di risse con compagni e avversari e gli appassionati ricordano ancora con un brivido la follia di gara 1 delle Finals 2018 in cui la guardia sbagliò a leggere il punteggio sul tabellone e decise di non prendersi un tiro che avrebbe significato vittoria.


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Un episodio passato agli annali come "il momento più stupido della storia della NBA". Una volta appesa la maglia al chiodo, però, J.R. ha deciso di cambiare vita. Oggi è iscritto all’università, è uno studente modello e un promettente giocatore di golf.


Facciamo un passo indietro e torniamo alla NBA degli anni ‘90 per scoprire un altro giocatore con una grande passione per il gioco: Charles Oakley. Ala grande, ottimo rimbalzista con buoni movimenti anche in attacco, Oakley è stato uno dei difensori più forti (e più duri) nella storia recente della lega americana. Attenzione, però, a non farlo arrabbiare, sopratutto se in questione ci sono debiti di gioco. Per informazioni chiedere a Tyrone Hill che quando vestiva la maglia di Philadelphia si vide arrivare addosso una serie di palloni lanciati da Oakley durante una partita proprio a causa di un debito non pagato.


Aveva dei mezzi atletici così impressionanti da venire soprannominato "The Matrix" per la capacità di rimanere in aria. Stiamo ovviamente parlando di Shawn Marion, ex ala piccola di Phoenix Suns e Dallas Mavericks. Campione NBA al fianco di Dirk Nowitzki, Marion è balzato agli onori delle cronache per aver fondato la Shawn Marion Trust Foundation, fondazione con cui organizza tornei di poker e di altri giochi e i cui incassi vengono devoluti totalmente in beneficenza.


Meno nota la passione per il tavolo verde di un altro personaggio che ha contribuito a scrivere la storia della pallacanestro a stelle e strisce: Phil Jackson. L’allenatore più vincente della storia NBA (11 anelli conquistati con i Chicago Bulls e i Los Angeles Lakers) è un grande amante del poker. Il motivo? Le componenti strategiche e psicologiche che, secondo Coach Zen, accomunano le due discipline.


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