Walter De Raffaele e la Reyer Venezia, una storia che resterà leggenda in Laguna
E’ il 14 febbraio 2016 quando la Reyer Venezia comunica l’esonero di Carlo Recalcati dopo il ko con Sassari. Promosso Walter De Raffaele. Una storia
E’ il 14 febbraio 2016 quando la Reyer Venezia comunica l’esonero di Carlo Recalcati dopo il ko con Sassari. Nelle ultime righe si legge un altro passaggio chiave, ovvero: «di aver affidato la guida tecnica della prima squadra maschile a coach Walter De Raffaele». Il primo allenamento è fissato per il 16.
Difficile, allora, immaginare quelle poche righe come il primo capitolo di una storia incredibile, fatta di 400 panchine e dei risultati più importanti per un club con 150 anni di storia.
Walter De Raffaele, classe 1968 livornese, vestiva la canotta della Libertas in quel giorno del 1989 passato alla storia per il canestro a tempo scaduto di Andrea Forti contro la Philips Milano. Verrà inquadrato, in quei minuti di folle quanto temporanea gioia scudetto. Difficile non riconoscerlo, con quegli occhiali scuri che diventeranno brand.
Una carriera tutto sommato di secondo piano, da giocatore: Marsala, Desio, Pistoia, Petrarca. La strada è un’altra, e ha poco più di 30 anni inizia la sua scalata, come vice, da Montecatini.
Le giovanili di Livorno, un’altra chance da assistente, quindi la guida della squadra cittadina con i successivi passaggi a Reggio Calabria, Casalpusterlengo, Pavia e Verona.
Nel 2011, la chiamata della Reyer Venezia, cinque anni dopo il ruolo da capo allenatore. Carlo Recalcati, dirà poi: «Il rapporto si chiuse in febbraio, ma in estate avevo già deciso di scambiarmi il ruolo con De Raffaele: il capo allenatore sarebbe stato lui, io il vice».
Ovvero "senior assistant", come in Nazionale, molti anni dopo. Da lì, la costruzione di una storia vincente: due scudetti, una Coppa Italia, la Fiba Europe Cup del 2018.
Haynes, Tonut, Bramos, Daye, Watt, Stone, De Nicolao, Cerella… tanti i nomi di un gruppo che resterà per sempre, passando per battaglie indimenticabili, come quelle delle finali scudetto con Trento e Sassari.
Contro il Cluj–Napoca, le 400 panchine orogranata: «Credo di aver avuto l’empatia per rappresentare in questi anni i valori che il patron Luigi Brugnaro e il presidente Federico Casarin hanno dato al club – racconterà – E un’etica del lavoro non solo nei momenti positivi ma anche nelle sconfitte. I risultati che abbiamo raggiunto vanno commisurati alle aspettative. Quello che abbiamo creato e stiamo facendo, lo percepiremo tra vent’anni. Club, staff e giocatori, sono componenti che si devono allineare. E’ un percorso straordinario, nel senso che non è ordinario. Si tende a dimenticare tutto in fretta. E’ una storia bellissima, una di quelle che si raccontano ai figli».
Questi sono i giorni della rottura, prima e dopo sono stati quelli della costruzione. Walter De Raffaele, e la Reyer Venezia, sono stati storia di questi anni nel nostro basket, leggenda immortale in Laguna.