Virtus Roma, il saluto di Francesco Carotti
Le parole di commiato dell’ex direttore operativo giallorosso.
L’ormai ex direttore operativo della Virtus Roma, Francesco Carotti, ha salutato con queste parole su Facebook la squadra giallorossa, esclusa in settimana dal campionato di Serie A.
È la quarta volta che provo a scrivere due righe, ma i ricordi hanno sempre avuto il sopravvento. Il viaggio è stato pazzesco, impossibile imprigionarlo in un post.
Da piccolo mi sono avvicinato al Basket per le triple di Steve Henson e la difesa di Tonno (oggi amico fraterno), i movimenti di Davide Pessina, la leggiadria di Ancilotto, la sfacciataggine di Busca. Era una passione. Che portavo dentro, come quella simpatia (nemmeno troppo latente) che provavo per la Benetton Treviso di Henry Williams (😔) e poi Marcelo Nicola. E per la classe cristallina di Sasha Danilovic. Un’altra icona. Dopo la gioventù, la carriera da giornalista, la radio, i giornali, le opinioni. Abbastanza inattesa arriva la chiamata di Nicola Alberani, che mi propone di entrare in società. E da lì anni indimenticabili, in tutti i sensi. Gioie, dolori grandi, alcune soddisfazioni, problemi tanti, ma il fil rouge che teneva insieme ogni attività e ogni mio collaboratore è sempre stata la passione.
Gli ultimi giorni sono stati un susseguirsi di telefonate e messaggi, pensieri di persone che si sentivano più o meno legati alla Virtus e di conseguenza un pizzico anche a me. Ringrazio tutti, di cuore. Non faccio elenchi, liste o menzioni, non serve. Chi deve sapere, sa.
Porterò con me questa esperienza pazzesca, in me resterà sempre l’orgoglio di aver rappresentato questi colori.
Chiedo scusa alla gente virtussina, quella che oggi sta male e che avrà gli occhi gonfi per tanto tempo, se a volte non siamo stati impeccabili e all’altezza delle grandi aspettative che si avevano. Non è facile in questa città, non è semplice fare sport a Roma. In questa Roma.
Ringrazio chi ha creduto in me, chi mi ha dato la possibilità di fare questo salto e chi negli anni, compagno di lavoro, allenatore, giocatore o dirigente, ha riposto in me fiducia, diventando prima confidente e poi mio amico.
La consapevolezza è che la Virtus non morirà mai. Soprattutto nel cuore di chi la porta dentro. Arrivederci Virtus… ❤️