Varese, Mannion: “Qui ho la fiducia di potere giocare e sbagliare”

Credit: Ciamillo & Castoria

Il play azzurro a tutto tondo su Sportweek: “Credo di potere giocare ancora nella NBA”




Intervistato dal settimanale "Sportweek", Nico Mannion ha ricordato il momento difficile in cui aveva contratto il virus della salmonella: "In quel momento, io sinceramente non pensavo tantissimo al basket. Pensavo di più a vivere senza dolori. A mangiare e a dormire senza dolori. La salmonellosi che avevo contratto nell’estate del 2021 non mi dava tregua. Non avevo dubbi sul fatto che sarei tornato ai miei livelli di giocatore ma non sapevo, né potevo immaginare, quanto tempo ci sarebbe voluto. In ogni caso, ripeto, non era il basket il primo dei miei pensieri".


A soli 22 anni, Mannion è già alla terza vita della sua carriera dopo le esperienze a Golden State in NBA e alla Virtus Bologna: "Sì, si può dire. Possiamo chiamarli capitoli di un libro e chissà come si concluderà, questo libro. Ognuno di questi capitoli contiene una lezione di vita, perché in ognuno c’erano delle difficoltà da superare".


Cosa ha spinto Nico da piccolo a giocare a basket? "L’ho amato fin da piccolo. Ho provato anche col volley ma non faceva per me. Con papà scherziamo sempre sul fatto che l’esplosività nelle gambe l’ho presa però da mia madre. Da mio padre ho preso il tiro e la maniera di "leggere" una partita di basket. Quando avevo 8-9 anni papà registrava le partite che davano in tv e poi le guardavamo insieme. Fermava il video continuamente: "Hai visto il pick and roll tra play e centro e la palla scaricata nell’angolo? Hai capito perché? Non la sentivo come una pressione, era divertente".


Mannion si sente ancora potenzialmente un giocatore da NBA: "Credo di poter giocare nella NBA ma non ho un piano per tornarci. Adesso mi trovo benissimo a Varese, dove ho trovato la possibilità di giocare e supporto da parte di tutti, club, coach e compagni. Ma, certo, la cosa più importante è avere la possibilità di giocare. E di sbagliare. A me è successo di fare un errore, uscire e non tornare più in campo. Ma così perdi fiducia. E la partita dopo, per la paura di sbagliare di nuovo, finisce che commetti un errore ancora più grosso del precedente. Nel basket non puoi giocare in questa maniera, devi avere la testa free, libera. A Varese mi è stata data questa fiducia".





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