Michele Vitali ha 33 anni, classe 1991, capitano della Reggiana ed è al suo secondo anno alla UnaHotels. La squadra di coach Priftis in questa stagione è stata una mina vagante dall’inizio del campionato fino ad adesso e punta ad un posto importante nei playoff dopo aver raggiunto anche la Coppa Italia. Vitali ripercorre i suoi anni a Reggio ma anche quelli in giro per l’Italia e l’Europa sempre con l’azzurro della Nazionale a far da sfondo.
C’è stato un periodo della stagione di Reggio Emilia in cui il PalaBigi era un fortino: chiunque passasse da via Guasco avrebbe dovuto fare i conti con il famoso 6° uomo. C’è una spiegazione?
“Sì sicuramente saltava molto all’occhio perché appunto poi soprattutto sono state le partite ravvicinate, siamo stati bravi a fare ancora più gruppo e resettare dopo ogni partita. Giocando in casa, vincevamo anche magari contro grandi squadre come poteva essere stata la vittoria sulla Virtus, o Venezia e il martedì successivo. Si pensava subito alla domenica successiva, uguale dopo una sconfitta pesante in trasferta. Non c’era mai quell’esaltazione o depressione post sconfitta, c’era un ‘pensiamo alla partita successiva’ e questo secondo me è stata un passo molto importante nella nostra stagione”.
Ad inizio stagione arriva Coach Priftis, com’è il rapporto con lui?
“Non ha bisogno di presentazioni perché ciò che ha fatto in carriera parla per lui. Personalmente, mi trovo molto bene. È molto chiaro in quello che vuole, è esigente, sa toccare i tasti giusti, che per un allenatore è fondamentale. Richiede la massima concentrazione, massimo impegno e secondo me si vede. Ti trasmette questo messaggio. Poi il basket è uno sport fatto di errori e quindi non puoi fare le cose perfette, è chiaro, ma c’è la ricerca della perfezione. Però, quello che fa la differenza è come reagisci all’errore ed è quello che cerca di trasmettere. La fiducia nell’andare avanti nonostante un errore. Priftis ha dimostrato di saperci guidare nel modo giusto”.
Altro acquisto importante in stagione, non in panchina, ma in campo, è Langston Galloway: come si gioca con un campione così?
“Tutti vedono il giocatore che è, non devo essere io dirlo. È una persona eccezionale che si è adattata sotto ogni tipo di aspetto, sia in spogliatoio che in campo, ha una disponibilità incredibile verso tutti, una parola di conforto verso tutti, in un momento difficile ma anche in un momento buono. Ed è un altruista. Per parlare del tipo di giocatore, non ti saprei trovare le parole giuste perché non è neanche giusto che parli io, perché parla quello che fa. Però ti posso dire il tipo di compagno che è, ed è eccezionale. Trovare una persona e un giocatore che si mette così a disposizione nel suo primo anno fuori dall’America dopo la carriera che ha fatto è un qualcosa di straordinario”.
Michele Vitali è al suo 2° anno a Reggio Emilia. Non è mai stato più di 2 anni nello stesso posto, vorrebbe restare alla Reggiana un 3° anno?
“Lo spero perché sono grato di essere qui e sto molto bene. Per me è un onore essere anche capitano e mi auguro vivamente di poter andare avanti in questo percorso. Si lavora bene, la società ci dà tutto per rendere, per fare bene, quindi me lo auguro”.
2024, anno Olimpico. Vitali ha fatto parte della spedizione del Pre Olimpico di Belgrado e poi di quella dei Giochi a Tokyo. Com’è stata quell’esperienza?
“Una cosa unica per come è arrivata, vinci in Serbia il pre Olimpico e nonostante fosse un’Olimpiade particolare perché era chiusa al pubblico, è un qualcosa che ti rimane dentro profondamente, solo parlare mi commuove. Eravamo un grandissimo gruppo, come lo è tuttora penso si veda. Ce la siamo goduta, siamo arrivati a un passo da fare un qualcosa di incredibile però secondo me è stato un inizio di un percorso che sta portando la Nazionale Italiana a livelli molto importanti”.
L’intervista completa di Michele Vitali è su Discovery Plus e streaming.
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