Umberto Gandini: La finale è esaurita, le semifinali praticamente

Umberto Gandini: La finale è esaurita, le semifinali praticamente

Il Presidente della Lega Basket Serie A Umberto Gandini è stato ospite della redazione di "Tuttosport"

Il Presidente della Lega Basket Serie A Umberto Gandini è stato ospite della redazione di “Tuttosport”. Di seguito le sue dichiarazioni al giornalista Piero Guerrini.

Gandini, quali premesse per la terza Final Eight torinese? “Siamo molto fiduciosi. Abbiamo trovato una comunanza di interessi straordinaria per organizzare una settimana di eventi qui a Torino che si svilupperà sotto varie forme. E dopo l’edizione 2024 da record con oltre 45mila presenze all’Inalpi Arena, siamo già a 38mila biglietti venduti con un aumento del 7%. La finale è esaurita, le semifinali praticamente. Siamo al 50% per i quarti e a quota 6mila per il venerdì delle semifinali femminili. Possiamo dirlo, questo evento è diventato il festival del basket. Abbiamo la totale copertura televisiva, in chiaro con DMAX, sulle varie piattaforme con Eurosport e in streaming con Dazn e Discovery +”.

Tutti parlano del derby d’Italia Virtus Bologna-Olimpia Milano, mercoledì prossimo? “E tutti vogliono vedere quella partita. Ma in Coppa Italia, come del resto il campionato, sarà una Final Eight molto combattuta. Le faccio un esempio: le due partite di campionato fra Trapani e Trento sono state bellissime, di elevata qualità e l’ultima ha registrato il record di audience. Come pure mercoledì con Brescia-Tortona che non è scontata, ci aspettiamo un grande giovedì con Trapani-Trieste, due neopromosse solo di fatto. Perché è tradizione che salgano società strutturate, con tradizione, profondità, capacità. E prima avremo Trento-Reggio Emilia”.

La spinta alla globalizzazione dello sport – a livello di fruizione – è inarrestabile? “È un fatto ed è generazionale. Noi, seguendo l’esempio della Nba, abbiamo cercato e stiamo cercando di avvicinarci con i nostri contenuti ai giovani. Lo sport dal vivo sta crescendo ma oramai si seguono di più i personaggi delle squadre, l’interesse è più slegato al risultato rispetto al passato”.

La Nba studia l’ingresso in Europa. Come farete? “Se ne parla tanto e succederà. Il punto è che non sappiamo come deciderà di entrare: se con una lega chiusa, creando franchigie, oppure appoggiandosi ai grandi club esistenti, ai grandi mercati e dove ci sono le strutture adatte. Sappiamo che lo farà con Fiba, la federazione internazionale. Sappiamo che non intendono snaturare il sistema europeo, che hanno incontrato alcune società di Eurolega e tra queste tutte quelle legate al calcio. Il Real è l’esempio, non a caso non ha ancora firmato la nuova licenza di Eurolega. Sappiamo che a marzo ci sarà l’incontro con le franchigie e avremo un quadro più preciso. Il mio problema è difendere il sistema del weekend assegnato ai campionati nazionali, dunque alla Serie A. L’ho detto ad Adam Silver, ne ho parlato a lungo con Mark Tatum, il vice commissioner che ha la delega allo sviluppo internazionale, a cui ho ribadito che in Europa c’è l’Uleb che è azionista di Eurolega e Champions League Fiba. Vorremmo essere coinvolti. Lo sport europeo ha caratteristiche precise che nemmeno l’Eurolega ha capito bene, del resto, perché non ha il merito sportivo e la solidarietà. Ovviamente al centro di tutto lo sviluppo c’è il calendario internazionale”.

Ecco, poniamo che Milano sia inserita e aderisca. Parteciperà ancora alla Serie A? E se sì come? Entrando nei playoff? “Non possiamo immaginarlo, attendiamo di vedere i prossimi passi. Ma è sicuro che viviamo un momento di trasformazione radicale del prodotto sportivo, per la sua fruizione che è diventata internazionale”.

E come può un prodotto non di vertice assoluto, perché nel basket c’è appunto la Nba, ritagliarsi uno spazio tale per sopravvivere e crescere? “Ci sarà il mainstream e tutto quello che è nicchia lavorerà su quella nicchia.  Del resto, ci sono tanti interessi, tanti soldi intorno allo sport. E dovremmo prestare attenzione al nuovo contratto media della Nba, che è stata presa da Amazon. Motivo per cui le tv come Sky in Europa avranno solo una parte del prodotto. Si va in questa direzione, dividendo in pacchetti, dal massimo a quello più economico. È successo anche nel merchandising sportivo: in Italia siamo ancora all’esclusiva tra società e produttore per quanto concerne la protezione, mentre negli States la protezione è per il consumatore e di conseguenza i prodotti dei Lakers, ad esempio, sono per ogni tipo di tasca e sempre originali”.

Il basket Nba sta perdendo pubblico in tv e molti opinionisti e tecnici sostengono che il vero basket si giochi in Europa. “La NFL guadagna perché più legata all’America rurale e perché ha grandi star, è passata da Brady a Mahomes. La Nba gioca 82 partite per i ricavi, la parte sportiva passa in secondo piano. Il basket europeo è competizione pura, poi il livello qualitativo e atletico è cresciuto anche qui e l’abbiamo visto alle Olimpiadi. Del resto la Nba pesca a piene mani in Europa. I migliori del momento non sono statunitensi”.

L’America pesca al vertice, entra in Europa e ora con i contratti NIL pesca anche i giovani. E questo può pesare sulla formazione dei futuri campioni perché i club potrebbero investire meno. “È preoccupante certo. Fiba sostiene di analizzare, studiare la situazione. Vedremo. Se posso svestirmi del mio ruolo, per le società non c’è tutela alla perdita del vincolo, non c’è ancora chiarezza sull’apprendistato sportivo. E per quanto riguarda la formazione si rischia con le offerte dei college, che per i migliori sono irrinunciabili e per gli altri importanti. D’altro canto, il college può offrire ai ragazzi una formazione più completa, coprire la fase che dall’uscita dalle giovanili offre poco nulla. Ma è chiaro che bisogna creare dialogo ed è un tema per Fiba, perché le leghe nazionali non hanno la forza e nemmeno le singole federazioni. La Fip comunque ha avviato un progetto di settore tecnico giovanile interessante con Datome su indicazione di Petrucci. Alla fine ciò che conta sono le risorse, date da mecenati, proprietari e consorzi”.

Dunque, la chiave per andare oltre? “La nostra mission dunque qual è? Offrire in Italia il miglior basket possibile e direi che le società si stanno impegnando per migliorare di anno in anno. In questo momento credo che siamo tornati a essere il miglior campionato, il più competitivo, dopo la Spagna, in nessun altro Paese c’è una simile competizione. Certo bisogna fare una battaglia sacrosanta per una tax credit che agevoli gli investimenti su settori giovanili e strutture. E ci vuole un cambio di mentalità nello sport di vertice. Non si può pensare che un presidente apra porte che soltanto una vera unità può aprire.”

Un altro tema emerso di recente riguarda la regola Fiba sul pagamento degli agenti da parte dei giocatori. Si sono tutti ribellati. “A mio avviso giustamente perché è mancato il dialogo. La regola di fatto aumenta le tassazioni, perché gli agenti erano pagati come consulenti ed è evidente che i giocatori chiederanno di più e i costi aumenteranno per i club. Ma è mancato il dialogo e dopo le proteste mi risulta che il provvedimento sia rinviato al primo luglio. Un altro tema che dovrebbe interessare tutti è  l’opinione dell’avvocato generale sul tema dell’impugnabilità delle sentenze del Tas a livello domestico”.