Questa la ricetta di Bogdan Tanjevic per il basket italiano post-covid.
Tanjevic ne ha parlato a Raffaele Baldini de Il Piccolo.
“Penso che si vada verso una serie A a 16 squadre, perché 18 erano troppe, con palazzetti riempiti a metà per buona parte della stagione, se non tutta. Con Milano e Bologna presenti, ancora per poco…” ha detto Tanjevic. “Se l’Eurolega vuole allargare a 20 club la competizione, le partite saranno talmente tante, con viaggio lunghi annessi, per cui sarà necessario per Milano e Bologna fare una scelta fra campionato italiano e quello europeo. È assurdo, ma potrebbe capitare” ha continuato il campione d’europa del 1999 alla guida dell’Italbasket. “Equilibro nel mercato? Ridurre a due gli stranieri nel nostro campionato, predisponendo quindi i procuratori a dover agire secondo regime di libera concorrenza con molti meno posti per impegnare i propri assistiti. Gli italiani costano troppo? Balle, o se anche così fosse, basta porre un “salary cap” per loro, così anche in questo caso i procuratori non giocherebbero a rialzo per i pezzi pregiati. In linea generale bisogna tornare all’essenza del gioco, più poveri ma con più voglia di praticare lo sport. Serve quindi una rivoluzione globale, una “sanazione” del movimento. Io sono per la logica delle cose: quando c’era il regime dei due stranieri i club italiani vincevano in tutte le coppe, la Nazionale si faceva valere e c’erano realtà che producevano talenti in casa, come Riva e Marzorati a Cantù”.
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