Stella, il gm Bausano: “Spinto dalla volontà di confrontarmi nuovamente con il mondo giovanile”
Il General Manager Andrea Bausano racconta ai microfoni di Italballers i motivi che lo hanno spinto ad accettare l’incarico alla Stella.
La ricerca continua di nuove sfide è il motore che alimenta il nostro nuovo General Manager, Andrea Bausano, pronto ad affrontare la sua prima stagione in nerostellato.
Ecco le sue parole ai microfoni di Italballers.
Quali motivazioni ti hanno portato ad accettare questa nuova sfida con la Stella Azzurra Roma?
Dopo tre anni passati all’Assigeco Piacenza, sentivo che era arrivato per me il momento di trovare nuovi stimoli. A Piacenza siamo riusciti a ottenere tanti traguardi, il bilancio è certamente positivo e ho avuto l’opportunità di lavorare al meglio e raggiungere gran parte degli obiettivi che ci eravamo prefissati sia in campo che fuori, nella crescita dell’intera struttura. La scelta di accettare la proposta della Stella, oltre che per la stima che nutro nei confronti di Germano, trova il suo fondamento soprattutto nel volermi confrontare nuovamente con il mondo giovanile come in passato e provare a farlo in una struttura che rappresenta un’eccellenza europea oltre che italiana. Poter condividere un modo differente di concepire il settore giovanile e la ricerca continua di nuove sfide oltre che di possibili evoluzioni del nostro lavoro è senza dubbio il motore che si nasconde dietro questa scelta per me molto importante e certamente molto stimolante.
La vostra organizzazione da anni è probabilmente il miglior ibrido tra settore giovanile e realtà senior: quali sono i principali fattori per supportare i vostri talenti durante questa delicata fase della carriera?
Come tutte le scuole, facciamo formazione e dobbiamo provare ad accompagnare i nostri ragazzi nel loro percorso per essere il più possibile pronti per quando spiccheranno il volo ciascuno verso il livello tecnico più coerente con le relative qualità. Chi sposa il mondo Stella vive più che mai di ambizione e di sogni per il proprio futuro. Il nostro compito è quello, giorno dopo giorno, di insinuare nuovi dubbi, alimentare e rafforzare certezze acquisite, proteggere e sorreggere le nuove speranze, allontanare false illusioni. Un sottile equilibrio per provare a far si che il loro sogno un domani possa diventare realtà, ma soprattutto che si ritrovino migliorati e più consapevoli di quanto non lo siano oggi.
A quale tipo di stagione di A2 assisteremo quest’anno? Il livello tecnico, post Covid, sarà più basso?
Stiamo indubbiamente per approcciare una stagione con molte incognite, soprattutto a livello organizzativo e gestionale, con un alone di incertezza e fragilità che di sicuro non aiuta il prodotto pallacanestro a posizionarsi dove meriterebbe nel panorama dello sport business, ma non credo che si possa e si debba parlare di livello tecnico più basso rispetto al passato. Certamente, lo stop forzato per oltre sei mesi di molti atleti richiederà forse un periodo di rodaggio più lungo, anche se credo che la voglia di tornare in campo per tutti sia così alta che l’aspetto agonistico per assurdo potrebbe essere anche più alto una volta che i motori si saranno scaldati adeguatamente.
Gli obiettivi della Stella Azzurra sono rimasti invariati? Nonostante la partecipazione al secondo campionato italiano, disputerete ancora tornei in tutta Europa?
Non possiamo che voler continuare sulla strada intrapresa negli ultimi anni anzi, faremo di tutto per migliorare alcuni aspetti che caratterizzano la nostra organizzazione e vogliamo considerare la partecipazione al campionato di A2 sempre come un qualche cosa in più che offriamo alla formazione dei nostri giocatori e non qualche cosa che potrà limitarne altre esperienze. La dimensione europea della nostra attività in questa stagione purtroppo, per volontà indipendenti dalla nostra, potrà essere verificata solo strada facendo per le ben note vicende che ridisegneranno i programmi dei vari club, ma faremo di tutto per continuare a farne parte, anzi magari provandone ad incrementare la presenza con la partecipazione ad altre manifestazioni qualora ve ne fosse la possibilità.
Cosa possiamo aspettarci, nella stagione senior 2020/2021, da talenti come Nicola Giordano e Matteo Visintin?
Per entrambi, indubbiamente, il ruolo all’interno della squadra cambierà rispetto alla scorsa stagione con maggiore responsabilità e forse maggiore "sana pressione". Sono due patrimoni del Club e se oggi abbiamo fatto questa scelta, sia di partecipazione a questo campionato che di costruzione della squadra senza americano nello spot da loro ricoperto, è anche perchè pensiamo che sia arrivato il loro momento e li accompagneremo e sorreggeremo affinché possano continuare la loro crescita attraverso questa nuova stimolante sfida.
Quali sono le prospettive future di Fabrizio Pugliatti? Può essere considerato un prospetto di caratura internazionale?
Fabrizio ha delle qualità importanti, ed è un ragazzo in continuo miglioramento. Giorno dopo giorno il suo fisico sta cambiando e le sue qualità tecniche stanno migliorando, come anche la sua consapevolezza. Mi colpisce come, stando in mezzo al campo, riesca a far trasparire chiaramente il suo piacere e il suo divertimento nel giocare e mostri la sua qualità innata nel far sembrare molte cose più facili di quelle che in realtà non sono. Proprio questa penso che sia una qualità che possa far presagire un gran futuro per lui se ovviamente sarà così bravo da continuare su questa strada.
Considerando i talenti italiani, extra Stella Azzurra Roma, quali sono gli altri giovani più interessanti?
Penso che ce ne sia più di uno ma che la responsabilità dei club sia sempre più centrale nel trovare il percorso migliore per ciascuno di loro perchè la dispersione tra il settore giovanile e il mondo senior è diventata veramente grande. Penso che ci sia parecchio lavoro da fare, forse più di quello che si sta facendo ora perché la storia insegna che chi si è fatto trovare pronto e aveva maturato realmente qualità, la strada l’ha trovata e ha fatto anche un ottimo percorso da senior. Oggi fare un nome o un altro sarebbe, secondo me, riduttivo, piuttosto credo che il messaggio che debba passare è che la qualità c’è in molti giovani italiani, e sta a noi e a loro stessi, non disperderla.