Di seguito pubblichiamo il ricordo di Stefano Michelini, attuale commentatore Rai, che è stato suo allenatore a Sassari per 4 stagioni dal 1995 al 1999.
“Conoscevo marginalmente da avversario il Presidente della Dinamo Sassari:ma gia’ allora, quando entrava al palazzetto, il suo arrivo non lasciava indifferenti. Poche parole di saluto, una educazione di antico stampo, ed una sensazione netta: di essere davanti ad un uomo particolare.
Nel dicembre del 1995 ricevetti la Sua chiamata: uscii’ dal primo colloquio colpito profondamente. La Treccani dice che nel 1922 Max Weber introdusse questa definizione di carisma : ”Capacita’ di esercitare, grazie a doti intellettuali e fascino personale, un forte ascendente sugli altri e di esserne capo”. Il 26-11-1923 nasceva Dino Milia: ebbene, Lui era carismatico per eccellenza, senza sforzo. Ne era ben cosciente.
“Chiamatemi avv.to: faccio l’avv.to, non il presidente” rispondeva cosi’ al saluto di un rispettosissimo e giovanissimo Emanuele Rotondo quando arrivava al campo e cosi’replicava al saluto.”Emanuele,mi faccia vedere una schiacciata”. Oppure: “Sig.Banks,un tiro da 3”: George eseguiva e la mimica di ammirazione dell’Avvocato era la ricompensa.
Amava la bellezza e la purezza del gesto: insito in Lui, ma acuito dal seguire le gesta tecniche di Sergio, il figlio che della Dinamo e’ stato indimenticato playmaker. Guai a coloro, me compreso, che volessero rovinarlo, quel gesto: o con astruse tattiche,o con arrogante fisicita’ o magari fischiate non gradite. Dario Ziranu nel suo ricordo dice:”grazie per averci fatto rispettare da tutti”. Era difensore strenuo dei suoi ragazzi, ma non risparmiava critiche, sempre dirette:”Non dica coglionerie!”.
La stessa passione e difesa per la Sua terra: ho con Lui trascorso tante giornate in giro per l’isola, ad annusare i profumi, a raccogliere fiori, in mezzo alla gente che Lui proteggeva ma scuoteva con forza se vedeva rassegnazione o fatalismo. In un ovile, a pranzo, un pastore chiese se il figliolo, fino allora in piedi, poteva sedersi e farmi una domanda: ”Senza dubbio”, rispose l’Avvocato,” ma una sola domanda: non esageriamo!”.
Quando entrava negli spogliatoi a parlare alla squadra lasciava un segno: lo faceva da attore consumato, senza preavviso, all’improvviso. E poi le tagliatelle il sabato sera in trasferta, sempre:Le ordinava l’inseparabile Mimi’ Anselmi. E i pranzi “scaramantici “in posti particolari, facendomi sentire uno di casa dalla famiglia: una scusa per cedere al vizio di entrambi, la tavola.
Ricordo ancora la mimica del suo viso quando mi vide ingessato, con la testa fasciata ed il viso tumefatto all’ospedale: non la dimentichero’ mai. Ma se la sera stessa ero in panchina, anzi in carrozzina alla partita, fu soprattutto per quella espressione.
“Non sono diventato vescovo perche’ il vescovo lo sceglie il papa, non la gente”.
Ciao Avv.to DINO MILIA, L’IRRIPETIBILE
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